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Come avessimo giocato noi

di Michele Ferrero

La classifica rimane delicata. Fondamentale era muoverla, ma anche dimostrare, a se stessi prima che agli altri, di essere vivi.

Redazione Toro News

"di Michele Ferrero

"La classifica rimane delicata. Fondamentale era muoverla, ma anche dimostrare, a se stessi prima che agli altri, di essere vivi.

"Non sapendo vincere bisogna almeno imparare al più presto a pareggiare. E noi siamo indietro di 3 pareggi, con Sampdoria, Atalanta e Siena. Facendo 3 stupendi 0 a 0 come oggi, di quelli che fanno storcere il naso agli esteti del calcio, a quest’ora saremmo salvi. Invece la paura è sempre lì a chiuderci lo stomaco, anche quando gli avversari non fanno granchè.

"Infatti il Toro ha concesso all’Empoli solo 4 occasioni nel primo tempo e nessuna nel secondo. Ma nel momento psicologico in cui ci troviamo è bastato un retropassaggio di petto di Brevi ad Abbiati per farci venire i sudori freddi.

"In realtà il Toro mi ha stupito in positivo, proprio percome ha saputo vincere le sue paure: partito contratto e titubante, ha poi preso fiducia col passare dei minuti, e nella ripresa ha pensato per qualche momento anche alla vittoria.

"Oltre alla traversa di Rosina, un’occasione notevole, che tende ad essere dimenticata, ci è capitata al 20’ del secondo tempo. Gli avversari hanno battuto una punizione facendosi trovare scoperti sulla respinta, e Comotto li ha presi in contropiede con un dribbling riuscito. Martinelli, Lazetic e Rosina l’hanno accompagnato con prontezza, ma un prodigioso intervento in scivolata di Almiron ha sventato una situazione di 4 contro 3 in campo aperto che andava sfruttata meglio. Da quel momento in poi l’Empoli si è calmato, ma l’importante per noi è stato non scoprirsi e non rovinare tutto con un attimo di disattenzione.

"In situazione di emergenza molti allenatori, e De Biasi non fa eccezione, tendono a rifugiarsi nel 4-4-2, che è il modulo più semplice da applicare, e proprio per questo meglio conosciuto da tutti i giocatori professionisti. Le assenze di Gallo e Ardito lo rendevano quasi obbligato: altri centrocampisti non erano a disposizione nemmeno in panchina, tanto che quando Barone è dovuto uscire il mediano lo ha fatto addirittura Muzzi.

"Con Rosina seconda punta, tutti gli altri non hanno avuto problemi ad adattarsi. Come spesso accade il cambio di modulo, almeno inizialmente, ha stimolato al massimo la concentrazione di chi scende in campo. Stavolta era quella giusta, ed in questi casi anche il gran caldo si può superare, stando ordinati e facendo correre gli altri.

"Inoltre da oggi si è reso disponibile anche Coco, che è un mancino che sa interpretare la fase difensiva ed all’occorrenza attaccare la fascia. Questo almeno faceva anni fa: da tempo immemorabile non giocava una partita da titolare. Il mio osservato speciale era Rosina, che veniva da 3 partite sottotono, ma la curiosità nei confronti di Coco era grande, ed ho così annotato anche le sue giocate.

"Look curato, maniche tagliate ad ostentare i bicipiti, è partito con sicurezza, da giocatore di rango. Si è proposto tenendosi alto il più possibile, cercando di non strafare. E’ tornato lentamente, ma la sua posizione è stata comunque d’aiuto a Balestri, apparso protetto ed a proprio agio. Ha anche fatto un paio di falli al momento giusto per spezzare l’azione avversaria. Al 36’ si è spento: da quel momento per lui solo ritardi e palle perse, nessun’altra giocata utile. Nel recupero ha perso un pallone importante, determinando una palla gol sventata da Abbiati. Al 14’ della ripresa è uscito esausto, ma suppongo felice di essere tornato un giocatore di calcio. Ora sappiamo che su mezz’oretta di Coco si può anche contare. E’ poco, ma meglio che niente.

"Rosina si è sacrificato molto, mi è piaciuto davvero. Gli fosse entrata la punizione finita sulla traversa avrebbe firmato una prestazione da grande giocatore, completa di quantità e qualità. Ha fatto movimenti profondi, fraseggiato con i compagni arretrando a metàcampo, ripiegato in almeno 3 circostanze molto importanti. Ha perso in tutto 7 palloni su 33, che sono davvero pochi se si tiene conto in quali condizioni li ha dovuti giocare: i raddoppi su di lui predisposti da Cagni sono sempre arrivati già in partenza dell’azione, con puntuale aggressività. Nella fase centrale del secondo tempo è addirittura cresciuto, palesando una condizione fisica in ripresa. Oltre alla traversa è andato via altre 2 volte, nelle quali ha peccato di egoismo ignorando Lazetic (anche lui si è fatto perdonare Siena) e Martinelli che lo avevano seguito. E’ sparito negli ultimi 10 minuti, ma al quel punto tutti i 22 si stavano accontentando del pari.

Noi anche: al fischio finale eravamo esausti come i nostri giocatori, come se avessimogiocato anche noi.

Grazie amici per le numerose mail di solidarietà dopo lo sfogo di Siena, alla prossima settimana.