toro

Come un ragazzino ingenuo in bicicletta

Le prestazioni atletiche del Toro in questa stagione che si profila difficilissima, tanto per usare un eufemismo, sembrano quelle di un ragazzino di III media al quale hanno appena regalato una bicicletta nuova di zecca per l’avvenuta...

Redazione Toro News

Le prestazioni atletiche del Toro in questa stagione che si profila difficilissima, tanto per usare un eufemismo, sembrano quelle di un ragazzino di III media al quale hanno appena regalato una bicicletta nuova di zecca per l’avvenuta promozione.L’ingenuità, la voglia di stupire, la scarsa consapevolezza delle proprie possibilità fisiche… portano il grande campione in erba a pedalare a perdifiato per mezz’ora e a doversi poi riposare per almeno 40 minuti prima di ritrovare le forze per tornare a casa. Il Toro si comporta da quattro settimane nella stessa identica maniera e stupisce che un navigato patito di ciclismo come Gianni De Biasi (GDB) non abbia ancora insegnato ai suoi prodi un uso più accorto delle energie. Fin qui la similitudine ad effetto per tentare di catturare l’attenzione; se invece scendiamo nella sterminata palude di vizi, difetti, irrazionalità… checaratterizzano questa squadra il parallelo ciclistico non può certamente essere usato: troppo superiore, tra l’altro, il numero delle calorie spese in una giornata di lavoro tipo da un ciclista rispetto a quelle che servono a un calciatore, anche mettendo nel computo quelle spese in discoteca.A più di un mese dall’inizio del Campionato la squadra mostra tutti i limiti esibiti in quellasplendida serata di agosto in cui “spezzammo le reni al Brescia”: anzi, non possiamo nemmeno disporre di quel Di Michele che in quella tiepida sera agostana fece la differenza in campo. Partenza fulminante, bel gioco, solita sterilità realizzativa (ancora più grave dell’anno scorso perché giocando con tre punte le scusanti si dissolvono come la neve al sole); in quella prima mezz’ora di gara il goal ci viene sempre negato da una prodezza del portiere o dell’arbitro o da pali e traverse che quando giochiamo noi sembrano avere il diametro dei cavi che sorreggono il Golden Bridge di San Francisco. In quella mezz’ora si sprecano gli elogi dei radio-telecronisti e dei commentatori sportivi per lo spumeggiante sviluppo delle azioni, tutti si aspettano una nostra rete… e invece puntualmente poco dopo segnano gli altri: si tratti dell’Inter o del Canicattì.Dopo aver subito lo svantaggio inizia il pirotecnico alternarsi delle sostituzioni secondo il prevedibile principio: “Perdo"? Sparo tutte le cartucce a disposizione” e il tridente diventa a volte un forcone e in certi casi addirittura una mietitrebbia.Ovviamente se ad un’auto a trazione anteriore si toglie anche il retrotreno gli sbandamenti sono garantiti; e infatti il Toro in genere rimedia ancora un altro goal, anche se la tendenza consolidata è purtroppo quella di prenderne due.A questo punto il debito d’ossigeno, dopo 40 minuti di recupero aerobico e l’ingresso dei tre sostituti con capacità respiratoria intatta, inizia a dissolversi: nell’ultimo quarto d’ora si torna all’arrembaggio, spesso si segna… ma i punti in classifica restano sempre cinque e il fondo della classifica ormai si vede sempre più nitidamente anche senza bisogno di occhiali.Che fare? In queste ore la possibilità di ribaltare la situazione mi sembra più che difficile impossibile.Nell’attesa delle imprevedibilità di Rosina, che potrebbe mettere qualche pezza alle numerosepecche di questa squadra tutto motore, senza telaio e senza centraline elettroniche, forse è meglio guardare al mercato per trovare un degno sostituto a Grella e Comotto. Perché i disastri si producono sulla nostra tre quarti e soprattutto a destra: rinvii sbagliati che mettono in azione le punte avversarie o che arrivano ad un tridente buttato in avanti a casaccio che può ferire qualcuno seguendo soltanto le leggi del caso.Se l’anno scorso bisognava convincere Di Michele ad evitare i colpi di tacco in una squadra che in certi momenti sembrava aver dimenticato i fondamentali, oggi forse lo stesso predicozzo forse andrebbe fatto a GDB perché programmi cose semplici, essenziali, terrene, non ultraterrene, iniziando dal vecchio italico principio del “primo non prenderle”: magari stucchevole, ricco di emozioni come la vita di un notaio di provincia ma indispensabile per vender cara la pelle nella lotta per evitare la B.Perché di questo si tratta e qualsiasi contestazione, anche se educata, non farebbe che peggiorare il già non confortante quadro.Buona fortuna vecchio cuore granata tanto bisognoso di un “bypass”

Nicola Ferrarowww.torinoclubcto.com