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Comi jr a Milano, si perde l’ultimo simbolo

Alessandro Salvatico - I commenti riguardanti Simone Verdi, sui forum dei tifosi milanisti, sono simili a quelli che su quelli granata si leggono nei confronti di Gianmario Comi; pensieri in cui viene espressa la speranza di...

Redazione Toro News

Alessandro Salvatico - I commenti riguardanti Simone Verdi, sui forum dei tifosi milanisti, sono simili a quelli che su quelli granata si leggono nei confronti di Gianmario Comi; pensieri in cui viene espressa la speranza di vedere maturare con la maglia della prima squadra un ragazzo dal grande talento e dal futuro luminoso. Per esempio: “Sono innamorato di questo giovane, hanno sbagliato a non prestarlo già l'anno scorso, gli han fatto perdere un anno...”; e poi: “Ma cosa ce ne facciamo di un Di Natale qualsiasi quando possiamo lanciare un gran giocatore come Verdi. Leggo gente che parla di Pedro, ma Verdi non ha nulla di meno”; ancora: “Non l'avevo mai visto giocare, mi ha letteralmente impressionato. Non ricordo a memoria un ragazzo che calcia indistintamente col dx e sx con tanta semplicità. Lavorando sul fisico avremo anche noi il fenomeno della..."cantera". Sperando poi di tenerlo...”.Ecco, quest'ultima é la speranza che é andata infranta.Non c'é dubbio che Verdi sia un attaccante di grandi capacità (benedetto da Pato) e complessivamente un buon acquisto, ma quel che ci si chiede é il senso di quest'operazione: perché entrambi i club si sono privati di un giovane di prospettiva, e di proprietà? Qual é il significato di questo scambio, quale il guadagno per le parti?Oltre che per lo stesso ormai ex-granata, tra l'altro, che andrà a giocare nella Primavera del Milan con speranze di esordire in prima squadra pressoché zero: Allegri ha una sovrabbondanza di attaccanti tale che perfino Cassano fatica a trovare spazio; é lecito pensare che dietro ad Ebagua forse un po' di spiragli in più li avrebbe visti, il ragazzo.Ma al di là della valenza tecnica dell'affare, che ci sfugge, da parte torinista c'é qualcosa in più, qualcosa che sul versante rossonero non ha spazio, una vena di tristezza legata alla partenza del figlio d'arte che solo un altro tifoso granata può capire.Gianmario, dopo la dolorosa partenza di Benedetti, rappresentava nell'immaginario comune ormai l'ultimo trait d'union tra quel che é stato il Toro e quel che avrebbe potuto essere il nebuloso futuro; un segno di continuità tra un passato a forti tinte granata ed un presente sbiadito, un concentrato di valori tramandati -letteralmente- di padre in figlio. E invece, entrambi sono partiti senza che nessuno abbia concesso a Comi neppure il debutto. Persi prima di iniziare.L'anno scorso, Benedetti é andato a vivere l'avventura del Mondiale per Club con l'Inter, probabilmente lo stesso toccherà a Comi con il Milan; attimi di gloria (per quanto riflessa) che non possono non far brillare gli occhi ad un ragazzo poco più che maggiorenne, e certo nessuno punta un indice accusatorio verso di lui. Semmai, la perplessità e financo l'acredine viene riservata alla società, che ha perso il giovane attaccante mostrando così di tenere pochissimo o nessun conto del significato che Gianmario rivestiva per l'ambiente, o di non averlo compreso (sarebbe ugualmente grave).Si spera che almeno stavolta lo scambio, a differenza di quello dello scorso anno, non si riveli perdente sotto il profilo tecnico.

(foto M.Dreosti)