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Con Avelar continua la storia dei brasiliani al Torino: 25° verdeoro in granata

Approfondimento / Gullermo Piantoni aprì le danze, i tempi d'oro da Leo Junior a Casagrande, quindi il triste periodo di Marcão, Humberto e Barreto...

Matteo Senatore

"Con il suo acquisto ufficializzato mercoledì Danilo Avelar è diventato il 25esimo giocatore nato in Brasile a far parte della grande famiglia del Torino; specifichiamo nati in Brasile perché poi alcuni di questi, con origini del nostro paese, sono stati naturalizzati italiani, come ad esempio Amauri che ha giocato anche una partita con la maglia della nazionale azzurra. Una pattuglia molto numerosa che ha regalato al Toro tanti campioni celebri e anche qualche giocatore non proprio all'altezza della storia calcistica dei granata e del paese verdeoro, esempio di quest'ultima categoria Vitor Barreto, l'attuale (ancora per poco si presume e si spera) numero 10 del Torino.

"I PRIMI VERDEORO - In principio fu Gullermo Piantoni, nato a Boa Vista nel 1912, ad inaugurare la 'stirpe' brasiliana al Toro, disputando tre partite nella stagione 1929/30, la prima della Serie A con il girone unico. Per lui solo tre presenze anche l'anno successivo e poi più nulla. La strada però era segnata. Infatti è folta la pattuglia di brasiliani che arrivano in granata per tutti gli anni '30, epoca in cui anche nella nostra Nazionale andava molto di moda arruolare oriundi dal Sudamerica in particolare dalle terre in cui erano andati principalmente a risiedere i nostri emigranti: Argentina, Brasile e Uruguay.

"LEO JUNIOR - E' però nel 1984 che scocca la scintilla vera con il Brasile: dal Flamengo arriva Léo Júnior, campione straordinario, che aveva partecipato con la Seleção ai mondiali di Spagna '82. Quando giunge in granata ha già 30 anni; il Toro lo paga 2 milioni di dollari e lui, che in Brasile era un terzino, si sposta al centro del campo, anche per giocare in un ruolo meno logorante, in modo da poter allungare la sua carriera. Diventa in breve tempo il padrone indiscusso del centrocampo della squadra di Gigi Radice e il Torino vola. I granata contendono lo scudetto all'Hellas Verona e giungono secondi, con Júnior che firma 10 reti tra campionato e Coppa Italia: tra lui e i tifosi è amore incondizionato. Nel 1987 lascerà il granata dopo 117 presenze ufficiali e 18 reti ma tornerà nel 1991 per aiutare il Toro a vincere la Coppa Mitropa.

"CASAGRANDE E I BRASILIANI A CAVALLO TRA GLI ANNI '80 E '90 - Tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 altri talenti verdeoro arrivano nel capoluogo piemontese e indossano la casacca granata, con fortune alterne. Non un grande ricordo lascia Edu Marangon, centrocampista che sarà una delle delusioni della stagione 1988/89, quella che si conclude con la retrocessione in B del Torino. Ben altro impatto invece per Müller e Walter Casagrande, due attaccanti che, uno dopo l'altro, regalarono ai tifosi granata tante gioie. Di Casagrande soprattutto sono indimenticabili i gol nella Coppa Uefa 1991/92 quella persa dal Toro in finale contro l'Ajax: due contro l'Aek Atene, uno nell'andata dei quarti contro il Boldklubben 1903 e poi, soprattutto, la rete al Bernabeu in semifinale e la doppietta storica ma inutile nella finale di andata in un Delle Alpi stracolmo di cuori granata contro gli olandesi.

"GLI ANNI DUEMILA - Da Casagrande in poi però il binomio verdeoro-granata non ha più fatto le faville di un tempo. I vari Marcão, André Cruz, Ronaldo Vanin, Humberto, Inacio Pià non hanno certo lasciato ricordi indimenticabili nei tifosi. Si ricorda forse maggiormente Pinga, che ha vestito il granata tra il 1999 e il 2002 e poi dal 2003 al 2005. Indimenticabile la sua bandana, inizialmente adottata per proteggere le ferite alla testa riportate in un grave incidente stradale e diventa poi un tratto distintivo del giocatore. La miglior partita con la maglia del Toro resta probabilmente una doppietta contro il Milan al Delle Alpi nella stagione 1999/2000. Nell'ultima stagione con il Toro, in serie B, realizza 12 in 48 partite stagionali e contribuisce alla promozione della squadra, vanificata poi dal fallimento societario.

"Fortunatamente quest'anno ci ha pensato Bruno Peres ha ridare smalto alla storia d'amore tra il Toro e il Brasile, con un gol nel derby che resterà nella memoria dei tifosi per sempre e con le sue irresistibili progressioni sulla fascia che hanno spesso lasciato sulle gambe gli avversari e fatto divertire il pubblico. Sono lui e Barreto gli ultimi due verdeoro ad aver vestito il granata: inutile specificare di chi dei due deve seguire le gesta Avelàr.