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Con Balestri nessun rimpianto per il passato

Per due anni un certo biondino numero diciassette era entrato nei cuori dei tifosi granata, riconosciuto come un nuovo idolo da crescere per salire in alto. Sedici anni di carriera granata, comprese le giovanili, e una parvenza...

Redazione Toro News

"Per due anni un certo biondino numero diciassette era entrato nei cuori dei tifosi granata, riconosciuto come un nuovo idolo da crescere per salire in alto. Sedici anni di carriera granata, comprese le giovanili, e una parvenza di carattere da Toro, agguerrito, innamorato della maglia, disponibile (all’apparenza) con la gente, sapeva anche far innamorare le ragazzine e divertire i bambini.

"La sua faccina da bravo ragazzo, cresciuto con un’ottima educazione e una buona predisposizione al dialogo, è naufragata in poche ore, quando il fanciullo con le meche, in procinto di diventare padre, decise che era meglio salire sul treno del successo (che ancora deve venire), piuttosto che aspettare il salvatore Cairo.

"Non fu messa sottosopra la città come ai tempi di Lentini perché i tifosi granata avevano altri problemi più urgenti e drammatici da risolvere, ma il traditore fu estromesso di diritto dai cuori dei suoi vecchi tifosi, fino a diventare oggetto di scherno ed insulto per un addio così oltraggioso.

"Mentre il biondino lasciava, iniziando ad andare a ripetizione da Capello, spostandosi dalla panchina alla tribuna, il Toro rinasceva e con lui diventava sempre più prezioso un certo Jacopo Balestri, pisano verace, che arava il campo su e giù, per dirla alla De Biasi, fino a diventare un beniamino della curva, per la sua volontà e la dimostrazione di avere un grandissimo carattere, da Toro appunto, senza aver passato la sua infanzia nelle giovanili granata, ma sudando altrove.

"Non stiamo a discutere chi dei due crossa meglio, gioia e dolori dell’ex terzino di fascia sinistra, in prospettiva il biondino può ancora crescere, ma al pubblico della Maratona piacciono gli operai del pallone che non fanno i “fighetti” in giro, ma preferiscono tirarsi su le maniche per aiutare tutta la squadra.

"Queste caratteristiche Jacopo le ha subito messe in mostra ed è diventato titolare inamovibile, uno che urla in campo, che se la prende con gli arbitri se le decisioni non sono giuste, che s’arrabbia con i compagni se qualcosa s’inceppa in campo.

"Senza contare che ha preso di diritto il posto del biondino che fu nel cuore delle tifose, più macho con i suoi capelli neri e lunghi al vento, coadiuvato da dinamismo e un pizzico di durezza, che si trasforma in timidezza fuori dal campo.

"Balestri non è di certo un personaggio che ama atteggiarsi a divo o si auspica di giocare a fianco di Kakà, lui desidera fare bene con il Toro e sorridere alla Maratona con qualcosa di concreto, che ci auguriamo possiamo tutti festeggiare nella prossima estate.