di Paolo Morelli
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Creare il Toro
di Paolo Morelli
Più che salvare il Torino, a Camolese spetta l'ardua impresa di creare il Torino, nel senso di creare una squadra che non c'è, e che forse quest'anno non...
Più che salvare il Torino, a Camolese spetta l'ardua impresa di creare il Torino, nel senso di creare una squadra che non c'è, e che forse quest'anno non c'è mai stata. Se i singoli giocatori sono validi, ma l'undici in campo non lo è, significa che non c'è organizzazione. Avvicendare tre allenatori e relativo staff tecnico, con annessi metodi di lavoro e moduli tattici, non fa che creare confusione. Impossibile lavorare serenamente - e proficuamente - con una rosa di giocatori in completa confusione.Il ritiro pre-partita avrà inizio un giorno prima. Più che una reale operazione per riprendere in mano la situazione da parte della società, si tratta di un gesto simbolico. Un giorno in più di ritiro non fa la differenza. Nemmeno il ritiro fa la differenza. Se in tutto l'anno non si sono fatti progressi sul piano della mentalità e della coralità, difficile che questi progressi avvengano in un giorno di ritiro. Come diceva ieri sera il collega Federico Freni, sarà importante in questo senso la figura di Foschi come motivatore. Ma più che come motivatore, quasi come pungolo per l'intera squadra. Perché in serie B rischiano di andare tutti i giocatori, mica solo il Toro e la società.La gara con il Siena potrebbe darci l'idea della situazione che vedremo all'ultima giornata di campionato. Molto starà all'atteggiamento dei granata, più che alla tattica (a questo punto, quasi ininfluente). L'ultima speranza è quella di vedere un progetto serio a partire dalla prossima stagione - serie A o serie B che sia -, ma questo non significa azzerare tutto e ripartire, perché altrimenti saremmo sempre qui a contarcela sul Toro che non è squadra. Significa individuare alcuni punti fermi e ricostruire tutto intorno ad essi. Per questo però, c'è tempo. Ora si pensi al Siena, dentro e fuori dal ritiro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
Più che salvare il Torino, a Camolese spetta l'ardua impresa di creare il Torino, nel senso di creare una squadra che non c'è, e che forse quest'anno non...
Più che salvare il Torino, a Camolese spetta l'ardua impresa di creare il Torino, nel senso di creare una squadra che non c'è, e che forse quest'anno non c'è mai stata. Se i singoli giocatori sono validi, ma l'undici in campo non lo è, significa che non c'è organizzazione. Avvicendare tre allenatori e relativo staff tecnico, con annessi metodi di lavoro e moduli tattici, non fa che creare confusione. Impossibile lavorare serenamente - e proficuamente - con una rosa di giocatori in completa confusione.Il ritiro pre-partita avrà inizio un giorno prima. Più che una reale operazione per riprendere in mano la situazione da parte della società, si tratta di un gesto simbolico. Un giorno in più di ritiro non fa la differenza. Nemmeno il ritiro fa la differenza. Se in tutto l'anno non si sono fatti progressi sul piano della mentalità e della coralità, difficile che questi progressi avvengano in un giorno di ritiro. Come diceva ieri sera il collega Federico Freni, sarà importante in questo senso la figura di Foschi come motivatore. Ma più che come motivatore, quasi come pungolo per l'intera squadra. Perché in serie B rischiano di andare tutti i giocatori, mica solo il Toro e la società.La gara con il Siena potrebbe darci l'idea della situazione che vedremo all'ultima giornata di campionato. Molto starà all'atteggiamento dei granata, più che alla tattica (a questo punto, quasi ininfluente). L'ultima speranza è quella di vedere un progetto serio a partire dalla prossima stagione - serie A o serie B che sia -, ma questo non significa azzerare tutto e ripartire, perché altrimenti saremmo sempre qui a contarcela sul Toro che non è squadra. Significa individuare alcuni punti fermi e ricostruire tutto intorno ad essi. Per questo però, c'è tempo. Ora si pensi al Siena, dentro e fuori dal ritiro.
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