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Dal “Lodo” al fronte anti-Tavecchio: Cairo si candida a uomo forte del calcio

Protagonista / Il peso politico del presidente del Torino cresce con il passare dei mesi: gli orizzonti si allargano, frutto dei suoi successi imprenditoriali

Nikhil Jha

"Tra le sale dei bottoni della politica calcistica e gli stadi dove accorrono gli spettatori ad assistere alla propria squadra del cuore c'è spesso un abisso: società arci-rivali che studiano alleanze in materia di diritti tv, squadre che in campo spesso oppongono scarsa resistenza, ma che diventano in grado, nelle sedi opportune, di mettere eccome il bastone tra le ruote alle altre. Ma ci sono anche casi in cui i risultati sul campo e la credibilità che ne consegue aiutano a costruirsi un proprio spazio di tutto rispetto anche nei palazzi del pallone nostrano.

"IL TORO LANCIA CAIRO - È certamente, questo, il caso di Urbano Cairo, volto relativamente nuovo nella politica del calcio. Un volto costruito sull'immagine positiva del Torino di cui è presidente: risultati non eccezionali ma pressoché costanti uniti ad una solidità economica con pochi eguali in Italia. Elementi che ne accrescono il prestigio e, di conseguenza, anche il peso politico. Un peso che Cairo si sta costruendo passo dopo passo.

"LODO CAIRO - Uno dei primi, sicuramente, è stato quello che è stato ribattezzato dai media come "lodo Cairo": una formula di riforma della gestione del campionato italiano che finalmente ha messo d'accordo tutti - condizione tanto difficile quanto necessaria - sulla direzione verso la quale dirigere il calcio nostrano. Il presidente granata si è messo in prima fila sulla necessità di impostare la Lega, oggi sotto commissione della FIGC, su un modello manageriale sullo stile inglese.

"CONTRO TAVECCHIO - E Cairo è sceso in prima fila anche per quanto riguarda la stessa FIGC, e più in generale il futuro della presidenza della federazione dopo la fallimentare mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018: il patron del Torino, infatti, si è apertamente schierato contro Tavecchio, attualmente in capo e non-dimissionario: "I manager devono pagare il prezzo, quando accade qualcosa. Io da proprietario del Toro, quando commettevo degli errori, ci rimettevo economicamente".

"NUOVO LEADER - Un pensiero chiaro che trova molti appoggi, sia all'interno della Federazione sia nell'opinione pubblica. Quella di Cairo, però, non è più una voce del coro, ma anzi il coro lo sa anche dirigere. E con lui il Toro guadagna spazio, anche nelle stanze dei bottoni.