di Edoardo BlandinoQuando nel 2002 finalmente approdò in nazionale, dopo alcuni campionati disputati a buon livello, sembrava che quel posto non lo avrebbe mai più abbandonato, destinato a diventare titolare fisso sulla fascia destra, ma, Aimo Diana, non riuscì mai a scalzare tutti gli acerrimi concorrenti per la maglia Azzurra. Tuttavia, pur non avendo compiuto il definitivo salto di qualità per diventare fuoriclasse, il 30enne di Brescia rimane comunque uno gran bel giocatore, sia tatticamente che tecnicamente, perfettamente in grado di giocare in squadre di alto livello. La sua duttilità è nota a tutti: calciatore dinamico e scattante, preferibilmente di fascia destra, ma abile anche se schierato sul lato opposto, sia a centrocampo che in difesa e, all’occorrenza, anche esterno largo del tridente. Uno dei primi a capire le effettive potenzialità del ragazzo fu proprio Walter Novellino, che lo allenò alla Sampdoria e lo rivolle di nuovo a Torino. Agli ordini del mister di Montemarano migliorò notevolmente, tanto da guadagnarsi le convocazioni di tre ct: Trapattoni, Lippi e Donadoni, la pubalgia gli ha però precluso la possibilità di entrare nei 23 del mondiale tedesco.Nel mercato di riparazione è arrivato in granata dietro esplicita richiesta dell’allenatore per colmare le lacune sulle fasce laterali e da gennaio è stato uno dei più impiegati, rispondendo sempre presente e disputando delle belle prove, sia nel collaudato e tanto amato 4-4-2 di Novellino e sia in un centrocampo a tre, in un più recente 4-3-2-1, il cosiddetto Albero di Natale. Diana, ora più che mai, diventa importante per la squadra, siccome Comotto rimarrà fuori dopo l’infortunio patito in campionato: infatti già contro il Milan è stato mandato in campo nel ruolo di terzino. Dal suo arrivo c’è stato tempo anche per segnare una rete, quella dell’ex contro il Palermo, che lo ha fortemente voluto, ma non lo ha ripagato di ciò che gli aveva promesso, una rete che sa di rivincita e sembra gridare: “Sono tornato, contate su di me”.
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Diana, innesto positivo
di Edoardo Blandino
Quando nel 2002 finalmente approdò in nazionale, dopo alcuni campionati disputati a buon livello, sembrava che quel posto non lo avrebbe mai più abbandonato,...© RIPRODUZIONE RISERVATA
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