E così, tra due anni saremo finalmente soli. Il Torino non dovrà più condividere lo stadio con i cugini, che avranno il loro, di proprietà; e i granata, pure. No, anzi: i granata no. La vecchia signora andrà a vivere fuori città, ai confini con Venaria Reale, nello Stadio delle Alpi che forse cambierà nome: lo sceglieranno loro. Sarà loro, d'altronde. il Toro doveva scegliere il nome per il suo stadio già tre anni fa, poi non ha potuto; c'erano degli ospiti, pareva poco carino. Accoglieteli fintanto che non finiscono la loro grande, nuova casa, poi potrete scegliere. Forse. La sicurezza, quando si parla di Torino, non è di casa.Lo Stadio chenonsichiameràpiù delle Alpi è scomodo, brutto, freddo. Forse diventerà un po' più funzionale di come lo ricordavamo, in compenso di fronte a questa nuova casa la signora avrà anche un comodo mercato in cui fare la spesa: un iper della Conad, qualcosa come 20 chilometri quadrati. Sicuramente non darà nell'occhio, una cosa tanto graziosa. La città di Torino, dal canto suo, cercherà di rendere più comodo spostarsi, alla vecchia e ai suoi amici, potenziando i mezzi pubblici che la collegano al centro urbano. Pare giusto.Sì, la notizia di ieri è proprio questa: accordo Juve-Conad, la catena alimentare ha acquistato i diritti di gestione delle aree commerciali esterne al nuovo stadio, operazione da 90 milioni di euro. Di cui 20 direttamente alla società dell'ad Jean-Claude Blanc. Tutto legittimo, cosa c'è di male? E' il mercato. E se il mercato dice che un terreno è appetibile, è giusto e normale che qualche soggetto vi investa, se il mercato dice che un bacino d'utenza è appetibile idem.Solo, non mi si può chiedere di esserne felice. Non è molto razionale, il mio pensiero, e le considerazioni che mi vengono alla bocca e alla penna non sono quelle di un economista. Infatti, nemmeno ci provo a calcolare quanto potrebbe essere investito in ambito granata, nè tento di contestare quel che la Juventus ottiene: lo ottiene secondo le leggi del mercato, non mi ci addentro neppure. Ma l'amarezza, forse superficiale e qualunquista, spero mi sia concessa. Forse perchè queste notizie cadono a pochi giorni dal derby.E allora penso a quanto potrebbero essere appetibili le aree limitrofe al Comunale, (anzi, Olimpico), uno stadio pensato essenzialmente per (tutto ciò che non riguarda) il calcio. E mi viene da sorridere. Penso che, mentre dall'altra parte si investe e arrivano fiumi di soldi da investitori interessati, sulla nostra casa, già piccola e grigia di suo, pende addirittura un'ipoteca, lasciataci in eredità dal precedente proprietario, peraltro parente (anzi, famigliare) della signora che tra un paio d'anni se ne andrà fuori città. O forse sarà perchè queste notizie arrivano senza pudore non solo alla vigilia di quella partita, ma anche il giorno successivo ad un altra visita dolorosa alla vera Casa. Quella in cui siamo cresciuti, e che i vandali hanno danneggiato. I padroni, o quelli che credono di esserlo, sono venuti fin lì a dirci che, in pratica, per il momento possiamo scordarcela: ci vogliono tempo e soldi. I soldi che agli altri arrivano come la pioggia che cade da sabato scorso su Torino. Sarà giusto così, il denaro va dove pensa di poter crescere ed aumentare, regolato dal mercato, appunto. L'ha detto anche Montabone, martedì mattina: di là, ci sono degli investimenti che di qua mancano.Ma questo lo so, lo sappiamo; e in fondo, in questi giorni le notizie, che arrivano e si susseguono insensibili come è giusto che sia, non ci colgono mica di sorpresa. Sarà solo forse aver toccato tutte le case del Toro in poche ore. Da quella che ci piace ma che non c'è più e per ricostruire la quale ci sono anche i soldi, ma non ce li lasciano usare; a quella grigia e piccola dove rimarremo soli e alla quale forse sarà concesso perfino dare un nome; al campo d'allenamento che ci hanno gentilmente lasciato dopo essersi costruiti, rapidamente e in silenzio, quello bello e grande, anche lì un po' fuori città. Sarà solo il susseguirsi di tutto ciò alla vigilia del derby. Ma la disparità, tanto grande da essere offensiva, tra la gente che si ritrova di martedì mattina in mezzo all'erba alta a pregare le istituzioni di dare quel poco che è dovuto, e il fiume di soldi che arriva senza aver nemmeno bisogno di essere invitato, non l'ho mai percepita così tanto prima. Bah, un motivo in più per vincere, sabato.
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Disparità
E così, tra due anni saremo finalmente soli. Il Torino non dovrà più condividere lo stadio con i cugini, che avranno il loro, di proprietà; e i granata, pure. No, anzi: i granata no. La vecchia...© RIPRODUZIONE RISERVATA
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