di Fabiola Luciani
toro
Farina indigesta
di Fabiola Luciani
Ci siamo distratti un attimo … e guarda chi ritroviamo: l’arbitro Farina, quello del playoff contro il Mantova, ma anche di tutte le altre gare dirette contro di noi; ma non...
"Ci siamo distratti un attimo … e guarda chi ritroviamo: l’arbitro Farina, quello del playoff contro il Mantova, ma anche di tutte le altre gare dirette contro di noi; ma non dovevamo vederci più?Bastano pochi minuti per capire cosa ci aspetta: una trincea, un fortino, uno schema che anche il buon Mondonico avrebbe rifiutato perché troppo chiuso; e dire che era un 10-0-0 non è una battuta.Perfino la nostra panchina sembrava un bunker. Al centro non si sfonda, e sulle fasce c’è meno brillantezza del solito; in più dopo che si fa male Stellone, il Toro ritrova di colpo tutti i suoi limiti, nonché problemi.Visto che non è giornata da champagne tentiamo almeno con il barbera, ma gli schemi si sviluppano in orizzontale e manca la profondità di un’invenzione. Conclusione? … nessun tiro in porta ma il pareggio sembra alla portata della squadra.Sul finire del tempo, il fragile equilibrio che regnava fra l’arbitro e il mister viola, subisce uno scossone. E’ bastato un diverbio piuttosto accesso tra i due, ripreso tra l’altro dalle telecamere, a dare una svolta alla partita fino a quel momento arbitrata più o meno correttamente.Prandelli nervosissimo nelle proteste. Ma che diavolo aveva da rimproverare alla giacchetta nera? Cosa mai sarà successo sotto il tunnel che portava agli spogliatoi?Resta di fatto che si è passato l’intervallo a riflettere, ma i pensieri di tutti si incontrano al crocevia dei presentimenti: vuoi vedere che anche questa partita, giocata fino a quel momento con convinzione e senza grosse amnesie, non riusciamo a giocarcela oggi sul campo?I gobbi stanno perdendo e aleggia la maledizione che ogni tifoso granata conosce: non riuscire a vincere le partite della svolta. I miei pensieri imperversano, ma quella fitta cortina che attraversa la mia mente somiglia all’attrito che si crea nel passaggio dal passato al futuro, come nei film dove si oltrepassa la barriera del tempo fra lampi di luce e nuvole di fumo, e immaginarmi la ripresa delle ostilità sembra un incubo per come la partita possa immettersi in un binario decisamente diverso da quello del primo tempo.In quella nebbia di pensieri avevo intravisto atteggiamenti ostili, e quello scenario surreale mi ricordava i gironi dell’inferno che abbiamo frequentato, mischiati ai peccatori della peggior specie e ospitati per anni in quello dei mediocri.Ho un presentimento e avverto: “… per poter portare a casa qualche punto oggi è necessario che Farina non perda la testa”. Ebbene, come al solito, avevo colto nuovamente nel segno.Improvvisamente l'arbitro Farina anche stavolta fa “crack”; si mostra subito riverente e ossequioso al cospetto di Prandelli, insomma, di sicuro affidamento, e forse sul comodino tiene le foto di Ayroldi e altri noti amici di merende, ai quali s'ispira.Certo che è umiliante sentirsi raggirati e derisi, schiacciati da uno stivale che ti tiene a terra e ti impedisce di respirare, perché comprendi che non hai pari dignità con il mondo dei presunti grandi: mentre loro banchettano estasiati, tu resti sotto il tavolo a raccattare gli avanzi o i soliti bocconi che ti concedono. In realtà sarebbe più umiliante vincere in quel modo, ma nel calcio ahimè, si diventa di bocca buona e chi non salta è un gobbo.Forse però, in un barlume di folle lucidità, può darsi che questa notte qualcuno possa non dormire sereno, come se un sottile dispiacere gli rosicchiasse il cuore e gli chiedesse il conto. Io sono sicura che l'arbitro Farina, fra le lenzuola, si tormenterà pensando: "… ma perché, in qualche modo, non ho fermato il Toro a suon di cartellini gialli e rossi? Sarebbe stato molto più semplice, no?".
"L'unica piccola soddisfazione che si può trarre dall'arbitraggio di Firenze, è nel fatto che il Toro sia stato solo una vittima casuale e che non fosse lui l'oggetto della truffa. Poteva capitare a chiunque di dover soccombere per motivi superiori, e il disegno di tener vivo il campionato, nonché il cammino prestabilito da tempo delle grandi, ha imposto il sacrificio di chi passava di lì, per caso, senza colpe ma anche senza speranze.Questa bilancia truccata che, bada bene, pende ostinatamente dalla stessa parte, emana l'acre odore mefitico dei processi farsa che tutti ricordiamo, dei concorsi truccati, delle lauree comprate, delle carriere guidate, del nepotismo esasperato, del capufficio di parte, del vicino di casa prepotente, dei giudici corrotti e dei pregiudizi nei giudizi, e per non sprofondare inesorabilmente nei ricordi, conviene a tutti ubriacarsi e dimenticare in fretta. Ma quando pensiamo al futuro, alla squadra che un giorno potremmo avere, alle Coppe, ai derby o all’Europa, ricordiamoci che non basterà ingaggiare campioni o segnare gran goal di tacco: mancherà sempre un passaggio, quello decisivo che apre o chiude la porta della gloria, e cioè il nulla-osta del Palazzo.
"Oggi ho un grande rammarico; sarà un caso ma il Toro è l’unica squadra che accetta qualunque decisione dei direttori di gara senza mai protestare e non per questo i torti diminuiscono, anzi sembrano moltiplicarsi.Alzare la voce e protestare ad oltranza forse non serve, ma anche l’essere troppo accondiscendenti mi pare non abbia portato frutti, anzi! Inoltre ritengo molto controproducente continuare a fare lo “gnorri” e i “signori” evitando rimostranze. Sia Foschi che Cairo in questi mesi hanno spesso preferito non battere ciglio ed hanno accettato tutto senza proferire verbo, e forse in alcuni casi era anche giusto così, meglio evitare di aggrapparsi a fattori esterni quando la squadra gioca in maniera pessima. Ma se guardiamo il rovescio della medaglia c'è però da considerare che arrivati a questo punto tutto ciò non è giusto per chi segue questo Toro, non è davvero facile sentir parlare il presidente granata del goal annullato come una cosa per la quale è inutile recriminare.Il Toro e i suoi tifosi meritano ben altri attori sul palcoscenico del campo, perché ultimamente si ha la netta sensazione che da parte dei vertici granata, bisogna per forza di cose calarsi in una realtà in cui vige la regola del "homo homini lupus", ma io vorrei ricordare al carissimo Presidente Cairo che nella suddetta realtà non sempre, per non dire quasi mai, silenti fa rima con vincenti.Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
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