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Fattori e cattivi pensieri

A volte ritornano, nel calcio, come nello spettacolo spesso ci si trova di fronte ai vecchi ricordi, a personaggi che hanno costruito una parte di storia della propria squadra o della stessa vita. Come potremmo collocare nelle pagine granata le...

Redazione Toro News

A volte ritornano, nel calcio, come nello spettacolo spesso ci si trova di fronte ai vecchi ricordi, a personaggi che hanno costruito una parte di storia della propria squadra o della stessa vita. Come potremmo collocare nelle pagine granata le vicende di Stefano Fattori, alcuni anni passati con la maglia del Toro e adesso alla Ternana? Di lui si può parlare della sua serietà, signorilità dentro e fuori dal campo, sorridente e disponibile con tutti. Un discreto difensore che visse le sue migliori stagioni con Camolese, che mise in mostra svarioni come precisione d’intervento. Per commentare le sue prestazioni in poche parole si può dire che è stato discontinuo, ma utile.Veniamo al dunque, perché ogni personaggio che si rispetti ha un qualche capolavoro da raccontare e qualcos’altro da dimenticare, così il nostro Stefano un giorno, in un derby, uno dei pochi di questi ultimi anni, ebbe la palla dell’1-1 tutta per sè, come dire toccò la gloria con un dito, ma non la seppe trattenere. Tutto solo davanti al portiere, difesa ormai in affanno, doveva solo accarezzare la palla di esterno e depositarla in rete. Furono attimi preziosi in cui la Maratona smise di urlare e rimase paralizzata ad attendere l’evento per esplodere, ma furono lacrime.Lui, l’eroe mancato, rimase accecato dallo stupore e calciò maldestramente quella dannata palla di poco fuori la rete. Solito fondello juventino o mancanza di lucidità e freddezza da parte dell’amico? Ognuno ne tragga le sue conclusioni, ma durante la settimana seguente nessun tifoso ebbe mai il coraggio di dirgli qualcosa, in molti lo compatirono per quello che lui stesso ebbe a soffrire, anche se disse di avere la coscienza a posto. Sabato Stefano ritroverà un pezzo importante del suo recente passato, sentirà ancora quel recondito rimorso di non aver dato una soddisfazione alla squadra che lo rese celebre, che lui ripagò in qualche modo come perno a volte utile a volte meno della difesa granata. Dopo aver parlato dell’ex di turno vale la pena soffermarsi su una curiosità, tra le “Fere” gioca un certo Nicola Mancino, giovane centrocampista napoletano, omonimo dell’ex ministro, di risaputa fede granata.