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Gabriele Graziani, uno sguardo al passato

Era un bimbo biondo che varcava la soglia del mitico Filadelfia a fianco della sua splendida madre Susanna, forse già allora sognava una maglia granata, quella che indossava il suo fantastico padre, uno dei pochi eletti ad aver vinto lo...

Redazione Toro News

Era un bimbo biondo che varcava la soglia del mitico Filadelfia a fianco della sua splendida madre Susanna, forse già allora sognava una maglia granata, quella che indossava il suo fantastico padre, uno dei pochi eletti ad aver vinto lo scudetto nella lunga e travagliata storia del Toro. Ha tirato i primi calci al pallone tra le file delle giovanili e sembrava avviato ad una carriera da protagonista sulle orme del celebre padre, ma la congiuntura di alcuni fatti negativi, tra cui i troppi stranieri del nostro campionato, non essere saltato probabilmente sul treno giusto, ha fatto sì che Gabriele si perdesse nei campionati inferiori. Per fortuna sua è rimbalzato nuovamente nelle cronache che contano esaltando con i suoi gol la fulgida partenza del Mantova, quasi una succursale del vecchio Torino Calcio 1906. Proprio il centravanti tosco ciociaro ha ammesso “Mi è rimasta dentro la rabbia che avevo nelle giovanili del Toro", ricordando tra l’altro che nel Mantova batte un cuore Toro, per i tanti ex e per lo spirito che si respira dentro la squadra "I mantovani sono come i granata, abituati a soffrire". Non sono mancati nemmeno i complimenti alla squadra e a mister De Biasi. Al fischio d’inizio si dovrà ovviamente pensare solo ai propri colori e si spera che l’ormai trentenne figlio d’arte si dimentichi di essere il bomber di questo Mantova rivelazione e possa ricevere lo stesso trattamento saracinesca che hanno subito gli altri grandi attaccanti della B, bloccati finora da capitan Brevi, sempre abile a chiudere ogni varco, insieme alle prodezze di Taibi. Gli amarcord non sono finiti e si apre anche il capitolo che riguarda un pezzetto di storia del Grande Torino con lo stadio di Mantova dedicato ad un campione di Superga, Danilo Martelli. E’ prevista una cerimonia prima della partita che sancirà una forma di gemellaggio tra le due società proprio in omaggio al giovane talento prematuramente scomparso a Superga, che tra l’altro possedeva anche spiccate qualità canore. Questi fatti rendono l’idea della leggenda che continua a circondare il Toro, ovunque approdi c’è un legame che sancisce la sua unicità nel panorama calcistico nazionale e oltre. A piccoli passi il Toro rientrerà nell’Olimpo dei grandi, com’è giusto che sia.