"Il suo acquisto non è sicuramente di quelli che regalano brividi ed emozioni, ma per il Toro potrebbe rivelarsi quanto mai prezioso. Perché per arrivare in serie A serviranno anche vecchi mestieranti che conoscono bene la categoria e sanno adattarsi a partire dalla panchina, quando è necessario. Fabio Gallo, 35 anni compiuti a settembre, milanese di Bollate, è cresciuto nel vivaio dell’Inter, anche se non ha mai vestito la maglia nerazzurra in partite ufficiali.
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Gallo, da Ezio Rossi a De Biasi
Il suo acquisto non è sicuramente di quelli che regalano brividi ed emozioni, ma per il Toro potrebbe rivelarsi quanto mai prezioso. Perché per arrivare in serie A serviranno anche vecchi mestieranti che conoscono bene...
"Dopo due stagioni di buon livello nell’Oltrepo in C2 e una stagione in C1 nello Spezia, nel ’92 arriva il grande salto nel Brescia, che però lo spedisce nel gennaio successivo ad Alessandria. 16 partite ad alti livelli con i grigi convincono il Brescia a riportarlo a casa: è subito promozione in serie A, agli ordini di Mircea Lucescu, anche se 31 presenze corredate da 3 gol non sono sufficienti per difendere la categoria.
"Gallo, però, resta nel calcio che conta, perché Emiliano Mondonico lo chiama nell’Atalanta, di cui diventa un elemento insostituibile fino al 2000. Nel frattempo il Mondo se ne è andato, ma il posto da titolare per l’ex bresciano viene messo in discussione solo da Giovanni Vavassori e dal lancio di una nidiata di giovani (i vari Bellini, Donati, Zenoni e Pinardi) che costringono Gallo a giocare appena due gare nel campionato 2000-2001, che l’Atalanta chiude al settimo posto, a ridosso della zona Uefa.
"Centrocampista di sostanza, dotato più di quantità che di qualità, Gallo dopo una stagione di B vissuta a metà tra Terni e Como, nel 2002 accetta di ripartire dalla C1 con il Treviso. Con 9 reti (massimo in carriera) in 20 gare contribuisce a riportare i veneti tra i cadetti. Diventa rapidamente il capitano del Treviso e l’anno scorso con 7 gol è tra i protagonisti della cavalcata che porta la squadra di Pillon in zona playoff e poi in serie A, grazie alle ben note vicende che condannano Genoa e Toro.
Dopo un periodo non troppo fortunato alla corte di Ezio Rossi, Gallo accetta di lasciare la serie A acquisita a tavolino col Treviso per provare a conquistarla sul campo agli ordini di De Biasi. Se centrerà l’obiettivo con il Toro, per l’ex trevigiano sarebbe l’ennesima promozione di una carriera magari non sfavillante ad alti livelli ma ricca di spunti interessanti. E chiudere in serie A, con la maglia granata, nel 2006-2007 sarebbe il coronamento di oltre quindici anni di professionismo vissuti sempre con impegno e dedizione.
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