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Genevier: ”Posso e devo dare di più”
di Sacchetto/Stasi
Dopo sei mesi molto tribolati con la maglia del Siena, Gael Genevier si è rimesso in discussione in una categoria inferiore. Venerdì sera contro il...
"Dopo sei mesi molto tribolati con la maglia del Siena, Gael Genevier si è rimesso in discussione in una categoria inferiore. Venerdì sera contro il Brescia ha fatto il suo debutto con il Torino. Un esordio, per sua stessa ammissione, non indimenticabile dal punto di vista personale: "Non posso essere soddisfatto della mia prestazione e neanche del risultato della squadra. Perchè, ovviamente, la speranza era quella di portare a casa la vittoria. Purtroppo non riuscivo a cambiare il ritmo di gioco e dar la palla più velocemente ai compagni. Una caratteristica che, solitamente, mi contraddistingue. Sono, però, contento di aver messo minuti nelle gambe dopo un periodo non fortunatissimo. Ora cercherò di arrivare al 100% della condizione fisica e riacquisire il ritmo partita". Quali le sensazioni di giocare insieme a Pestrin? "Mi sono trovato subito molto bene con lui. Anche se, come normale che sia, dovremo lavorare molto per conoscerci e prendere confidenza".
"Che impressione faceva il Torino dall'esterno? "Lo avevo visto solo 3-4 volte e, quindi, non posso dare un giudizio completo. Ma si vedeva che c'era molta tensione e ansia da prestazione. Chi scendeva in campo lo faceva con la paura. Ora essa si è trasformata in determinazione. Ci si è messo in testa che soffrendo si possono ottenere risultati". Come contro nella sfida contro il Brescia, quasi tutta giocata in inferiorità numerica. "Sì, perchè già con un modulo di questo tipo si è sempre con un uomo in meno in mezzo al campo. Se poi si gioca in dieci il problema viene amplificato. In ogni caso ho già giocato in uno schema del genere e per me non è assolutamente un problema". Come è stato l'ambientamento? "Buono nonostante sia qui da poco. A Pisa davo un grosso contributo nello spogliatoio e spero che la cosa si replichi anche qui. Perchè la giusta armonia è fondamentale per ottenere risultati".
"Dopo aver girato in lungo e in largo l'Italia l'approdo in serie A. Può essere un modello per giocatori come D'Aiello e D'Ambrosio? "Arrivare dalla C2 non è facile. Però questi ragazzi hanno già capito ciò che devono fare e lo stanno dimostrando. Hanno i numeri per far bene". Mai pensato di tornare in Francia? "No, perchè là non è che mi conoscano molto, nonostante sette anni nel settore giovanile del Lione, in cui ho interpretato tutti i ruoli sul campo. Io ho sempre avuto il desiderio di affermarmi in un campionato che conta ed è per questo che ho sempre voluto rimanere in Italia".
"(foto: M. Dreosti)
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