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Giovani rimpianti

di Alessandro Salvatico

E’ bene guardare avanti e non indietro, è bene pensare a quel che c’è da fare e non a quel che si sarebbe potuto fare, è...

Redazione Toro News

"di Alessandro Salvatico

"E’ bene guardare avanti e non indietro, è bene pensare a quel che c’è da fare e non a quel che si sarebbe potuto fare, è senz’altro vera e condivisibile ogni considerazione volta a guardare il futuro immediato del Toro che non le recriminazioni sul passato recente. Lo sappiamo molto bene, invitiamo quasi quotidianamente a dare ognuno il proprio contributo (leggasi “sostegno”) alla squadra per centrare l’obiettivo-salvezza, rimandando a dopo i processi. Lo sappiamo.Ma ogni tanto, qualche riflessione -non accusatoria, niente indice puntato- è pur lecito farla, se non altro perché possa essere utile a non ripetere gli errori, e a migliorarsi sempre.

"Urbano Cairo, dal suo ingresso nello strano mondo imprenditoriale che è quello del pallone, è migliorato e cresciuto. Catapultatosi in maniera improvvisa nell’ambiente, ha impiegato un po’, però, prima di imboccare la strada giusta, a livello societario; i cambi dirigenziali, i cambi tecnici, l’accentramento decisionale, sono tutti elementi che hanno portato il Torino a zoppicare più di quanto avrebbe invece potuto se le indubbie capacità (unite all’entusiasmo e -ovviamente- agli investimenti, che pure non sono mancati) fossero state messe a frutto in modo più consono, più ampio, delegando i poteri come fatto ora con Foschi, ma facendolo molto tempo prima di quanto avvenuto.

"Tant’è, le decisioni prese recentemente sembrano quelle giuste, seppur tardive. Guardandosi indietro, oggi, si vede la scia dei “pezzi” persi per strada e che oggi potrebbero rendere il Torino una macchina ben più rombante della carretta scassata che invece sembra. Molti di questi “pezzi” sono giovani; è una caratteristica che si ripete. Modalità di acquisto penalizzanti, quali i prestiti con diritto di riscatto della metà e con diritto di controriscatto per la società cedente, sono state utilizzate più volte. Non più oggi, dove Dzemaili ed Abate, nell’impossibilità di un acquisto immediato, sono arrivati in granata con altre formule: sbagliando (a lungo) si impara, come dicevo sopra. Oltre a dette formule-capestro, ci sono stati diversi, puri e semplici, errori di valutazione; umani, ne commettono tutti (pensiamo solo ad un Bologna che in Gennaio, in piena lotta-salvezza e con una difesa che fa acqua, non acquista nemmeno un difensore e spende 7 milioni per Osvaldo: peccati di inesperienza calcistica, appunto). E infine, arriviamo ai rimpianti del fallimento cimminelliano.

"L’elenco dei giovani “pezzi” persi si fa lungo, crea praticamente un’intera squadra, tutta giovane, e di buon livello. Marchetti tra i pali, Sorrentino dodicesimo. Motta a destra (l’Udinese avrebbe ceduto la metà del cartellino per 2,1 milioni: ossia, quanto speso per Rivalta più la metà di Colombo…). Al centro, Dellafiore (che si poteva tenere, anziché prenderlo, perderlo e riacquistarlo) e Bovo, titolare nel Palermo, o Mantovani, idem nel Chievo. E poi, Ogbonna, Rubin e…Balzaretti.

"A centrocampo, Abate in fascia destra (Vailatti l’alternativa, per non andare indietro, con i rimpianti, fino a Semioli), Dzemaili accanto ad Asamoah (tenuto in parcheggio gratuito per l’Udinese, alla quale non si strappò nemmeno la cancellazione del controriscatto per Motta), quel ghanese su cui ha oggi gli occhi mezza Europa. Completano il reparto Bottone, Säumel, Codrea. E dietro le punte? Rosina, o Gasbarroni, per tacere dei granata pre-fallimento Pinga e Marinelli. Già, se il Toro avesse tenuto i suoi giovani… Oggi, Pellissier e Tiribocchi potrebbero essere alternative da squadra-Uefa per una coppia Quagliarella-Acquafresca, e Malonga quinta punta. Non male.