"SPETTATORE. Il centrocampista, domenica, ha guardato i suoi compagni sciogliersi come neve al sole nel secondo tempo di Torino-Empoli. “Quando stai fuori stai sempre male, domenica in particolar modo perché era più interessante, perché ero un ex e perché era un match-point che non abbiamo preso al volo. Ma più passano gli anni e più sono tranquillo anche a vedere le partite dall’esterno, prima soffrivo, ora ci tengo anche perché vivo dentro la situazione e vivo il lavoro in settimana, ma so anche che se i miei compagni si sono allenati bene, faranno bene. Domenica ero deluso come lo erano i tifosi e come lo erano i compagni, ma penso che bisogna guardare avanti ed essere positivi, non buttarsi giù”.
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Grella: ‘Reagiamo se toccati nell’orgoglio’
Dopo l’intenso allenamento pomeridiano, ed una meritata doccia, Vincenzo Grella si è presentato in sala stampa, dove ha risposto alle domande dei giornalisti ancora presenti con il consueto acume.
"MISURA. Dall’australiano parole di saggezza che invitano all’equilibrio: “Non è il caso di sentirsi a terra dopo una sconfitta, come di sentirsi campioni dopo una vittoria. . Secondo me non è tutto da buttare in questa squadra. Ogni anno è una storia a sé, quest’anno ci sono stati infortuni, pali, arbitri, etc. Ma l’esperienza deve portarti ad arrivare alla domenica carico, e non spento perché in settimana sei stato troppo teso. Nel nostro sport sembra che sia tutto subito da buttare, ma non è così”.
"STATO D'ANIMO. “La situazione non è facile, ci sono sei partite, possiamo vincerle tutte e possiamo perderle tutte. Le urla dell’allenatore? Ci sono tanti caratteri, uno è più permaloso, e uno invece magari trova stimolante avere qualcuno che ti sta…sempre addosso, che ti spinge a tirare fuori il meglio di te. Il bravo allenatore deve comprendere ogni soggetto con cui ha a che fare, per farlo rendere al meglio. Ma questa è una domanda da rivolgere più all’allenatore che a me”.
"ORGOGLIO. Viene chiesto perché la squadra dà prove di forza, quest’anno, quando si trova con le spalle al muro, senza poi riuscire a garantirne continuità: “Sono tanti i particolari che concorrono a questa caratteristica. Ci vorrebbero due ore per parlarne, e non le abbiamo, quindi per restare brevi dirò che penso che quando questa squadra è stata toccata nell’orgoglio, ed è successo diverse volte, ha poi tirato fuori il carattere. Poi sul più bello ha sciupato le occasioni migliori, questo è vero; ma a volte si dimentica che questo gruppo è ancora nuovo, che la formazione è cambiata 32 volte, è una scusa che non è da me ma devo anche questo”.
"MARASSI. “Non voglio fare quello che giocherà da solo: ci vuole la squadra unita, la voglia di prendere punti”. Grella sa quali sono gli elementi che i suoi dovranno mettere in campo per fare risultato a Marassi. “Io sono per pensare ad una partita alla volta, le tabelle da quando sono in Italia ho visto che le fanno tutti, io non so se può essere un vantaggio o se si perde energia solo a pensare a tutte quelle possibilità… Ci vorrà grinta, forza, resistenza, e freddezza nell’ultimo terzo di campo, dove si risolvono le partite, e sui calci piazzati, che sono da sfruttare”.
"SFORTUNA? Il biondo mediano non è del tutto soddisfatto della propria stagione: “Ho avuto l’handicap della partenza in ritardo, dopo è stato tutto condizionato per me. Ho iniziato a giocare bene e poi mi sono subito fatto male, dopo il derby d’andata; poi ho ripreso a giocare bene e mi sono infortunato di nuovo. Non ho avuto la continuità”. Un appello, che pare rivolto ai compagni ma che si potrebbe allargare anche a tanti appassionati tifosi: guardare se stessi, prima di attribuire ogni avvenimento infausto alla sfortuna. “Continuo a pensare che questa sia la squadra più forte in cui ho giocato. Però abbiamo fatto tutti degli errori. Società, allenatore, giocatori. Ma per me è sbagliato parlare sempre di sfiga, anche perché poi facendo così te la tiri addosso. E’ vero: più ci pensi e lo dici, più ti convinci che sia per quello (i pali, etc). Ma non è un modo di fare giusto”.
"AUSTRALIA. Non manca la voglia di parlare della Nazionale di cui è capitano, reduce da una sconfitta di misura in Cina: “Ora giochiamo nei gironi asiatici, e lì sono più furbi che in Oceania: piazzano le partite in luoghi difficilissimi da raggiungere, dove ci vogliono tre scali per arrivare, in Cina ci han fatto giocare a 2100 metri di altitudine, cosa che non fanno mai, e alle ore 14, mentre di solito giocano sempre alle 20-20:30, apposta per non farci smaltire il fuso. Mi è piaciuta molto la prova di forza del mio gruppo, perché le condizioni erano brutte, il clima, il cibo orrendo… Sì, è un bell’impegno fare questi viaggi, arrivare alle 23 a Torino, posare la valigia e partire per Catania, ma lo faccio volentieri. Anche qui, con l’esperienza pensi ad una partita alla volta: prima la Nazionale, poi torni e pensi a vincere con il Torino; lo faccio volentieri”.
"TORO FUTURO. All’ex parmense viene chiesto se la tanto sospirata continuità potrebbe essere trovata nella prossima stagione, con un buon gruppo sul quale innestare pochi elementi mirati:“Bella domanda… Intanto, dopo queste sei partite, tutti dovrebbero prendersi un momento di vacanza, di riflessione. Tutti dovrebbero capire se sono pronti a ripartire con entusiasmo, che è la droga più importante per un calciatore, con la voglia di fare le cose per bene, di lavorare con precisione in allenamento, e di divertirsi. E di prendersi responsabilità. Ora però pensare all’anno prossimo toglierebbe energie per domenica! Non ho dato nessun consiglio di mercato alla società, da quando sono qua. Già è difficile giocare, figuriamoci se devo fare anche il dirigente, l’osservatore, il magazziniere… Bresciano? Per me è difficile parlare di lui come giocatore, siamo grandi amici, ma lui è fantastico. Farebbe bene a qualsiasi squadra, non solo al Torino”.
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