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I cambi incoronano Juric: tre gol dalla panchina. Berenguer-Belotti, la staffetta non va

Focus on / Il confronto tra i due tecnici al termine dello spettacolare 3 a 3 del “Bentegodi” tra Verona e Torino

Andrea Calderoni

Non sono bastati i migliori 70 minuti stagionali al Torino per portarsi a casa l’intera posta in palio dal “Bentegodi”. È maturato un misero 3 a 3, che comunque non deve cancellare la bella gara giocata per tre quarti del match dai granata. Walter Mazzarri ha confermato il 3-4-2-1 a trazione anteriore e i risultati sono stati ottimi: Berenguer e Verdi hanno reso imprevedibile la manovra offensiva granata e le giocate proposte, anche grazie all’aiuto di Zaza, sono state di assoluta qualità. Il collettivo è stato esaltato, riuscendo anche a superare indenne il miglior momento dell’Hellas ad inizio ripresa. Tuttavia, nemmeno il secondo e il terzo colpo, rispettivamente di Berenguer e di Ansaldi, hanno permesso al Torino di vincere. Poi, infatti, ci sono state le solite amnesie, su tutte quella decisiva di Ola Aina in occasione della rete di Stepinski. Parlando del confronto tra allenatori, la diversa capacità di incidere sul match con i cambi a gara in corso fa sì che sia stato Ivan Juric a vincere il duello virtuale tra allenatori.

SOSTITUZIONI - Se per 70’ il 3-4-2-1 di Mazzarri ha nettamente surclassato il modulo speculare proposto dal collega Ivan Juric, invece dal punto di vista delle sostituzioni ha avuto ragione l’allenatore dei veneti. Tre cambi vincenti, poiché tutti e tre sono andati in gol. Un’assoluta rarità: è solo la seconda volta che succede in Serie A (prima era successo al Genoa di Thiago Motta contro il Brescia). La reazione di Mazzarri agli ingressi del Verona non è stata efficace. L’allenatore toscano è andato in controtendenza rispetto alle sue abitudini, tanto da togliere un trequartista come Berenguer e da inserire il rientrante Belotti appena dopo il rigore trasformato da Pazzini. La speranza del tecnico era probabilmente che il capitano granata aiutasse la squadra ad alzare il baricentro proteggendo qualche pallone come lui sa fare. Il Torino è così passato al 3-4-1-2: Zaza e Belotti, però, non hanno saputo ripetere i fasti del primo tempo di Berenguer e Verdi. Infatti, il Torino si è affidato a lanci lunghi troppo spesso preda della difesa veronese.

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MEDIANA DA POTENZIARE PRIMA? - Mazzarri ha sostituito al 33' Verdi con Lukic per potenziare la mediana, passando al 3-5-2 puro. Verre aveva appena siglato il 2-3. Ma nemmeno quel cambio è stato sufficiente ad arginare la furia dei veronesi, in piena trance agonistica. Al 39' della ripresa, infatti, Stepinski ha segnato il 3-3. A buoi scappati dalla stalla, minuto 41', Meité è entrato per Baselli. In generale il filtro del centrocampo, perfetto per 70 minuti, è divenuto meno efficace e il Verona sulle ali dell’entusiasmo ne ha approfittato. I segnali lanciati da Juric sono stati incontrovertibili. Ha esplicitamente detto ai suoi ragazzi attraverso gli ingressi offensivi di Pazzini e Verre, successivi a quello di Stepinski per Di Carmine, di non arrendersi e così è stato.