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I meriti di De Biasi

Undici giocatori nuovi, alcuni arrivati solo tra giovedì e venerdì. Uno, Muzzi, andato in panchina e spedito in campo negli ultimi venti minuti, aggregatosi al gruppo direttamente all’ora di pranzo. Le...

Redazione Toro News

Undici giocatori nuovi, alcuni arrivati solo tra giovedì e venerdì. Uno, Muzzi, andato in panchina e spedito in campo negli ultimi venti minuti, aggregatosi al gruppo direttamente all’ora di pranzo. Le premesse per vedere una bella partita e sperare in una vittoria del nuovo Toro non erano molte, ma il clima di incredibile entusiasmo che circonda il nuovo Toro di Cairo ha permesso il miracolo. Vittoria (strameritata) contro l’AlbinoLeffe al debutto in serie B, con sprazzi di bel calcio e diversi momenti da ricordare. La pochezza offensiva degli avversari ha aiutato di sicuro la squadra di De Biasi, ma quello che è piaciuto è stato lo spirito, la voglia di lottare che ha accomunato tutti i giocatori granata. A iniziare da capitan Brevi, non il migliore ma certamente quello che più di tutti ha incarnato lo spirito che deve animare ogni giocatore che indossa una maglia unica come quella granata.Finalmente si è rivisto quel cuore Toro che tante volte era mancato anche nella scorsa stagione, pur conclusa con la più amara delle promozioni in serie A. Anche coloro che sono stati meno brillanti (Ungari e Ardito) non hanno lesinato energie fino al 93’ e da metà campo in su si sono visti sprazzi importanti.Edusei non ha grande qualità nei piedi, ma è un motorino inesauribile, per usare le parole del presidente Cairo, Rosina è partito in sordina disputando poi un secondo tempo da 8 in pagella: avesse segnato invece di centrare il palo, sarebbe venuto giù lo stadio. Fantini ha fatto grande movimento e nobilitato la sua prova con il gol decisivo, Stellone è apparso lontano dalla miglior condizione, ma due suoi numeri valevano da soli il prezzo del biglietto.Per essere una squadra priva di preparazione, con un’intesa forzatamente approssimativa, la gente granata può essere più che soddisfatta. Anche del lavoro di Gianni De Biasi, allenatore bravo nella comunicazione quanto il suo patron, ma soprattutto abile stratega, che ha disegnato in modo intelligente la squadra e operato i cambi giusti a metà ripresa, quando il Toro sembrava in difficoltà. L’esatto contrario di quello che succedeva con Ezio Rossi (a proposito, pare che la sua panchina a Treviso già traballi, dopo due sole giornate). Sabato prossimo ci sarà la prova del nove contro un’altra formazione bergamasca, ma ben più solida e pericolosa, l’Atalanta di Colantuono, unica squadra a punteggio pieno in questa serie B partita a singhiozzo. Qualsiasi risultato venga fuori, anche quello più negativo, non deve far dimenticare quanti problemi deve superare il Torino per diventare una squadra a tutto tondo. Ma questo gruppo, contagiato positivamente dall’entusiasmo del presidente Cairo e dei 30 mila cuori granata che hanno affollato il Delle Alpi al debutto, può soltanto migliorare. Lasciando lavorare tranquillo De Biasi, senza pretendere la luna o scatenare polemiche alla prima sconfitta (che purtroppo arriverà). Il Toro è ancora un cantiere aperto, ma si sta lavorando per costruire qualcosa di importante.