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I pentiti del Toro

‘Credo che si sia pentito di non aver scelto il Toro, considerando quanto gioca nel Milan’. Parole e musica di Giampiero Ventura, intervistato da Radio Sportiva; soggetto...

Federico Danesi

‘Credo che si sia pentito di non aver scelto il Toro, considerando quanto gioca nel Milan’. Parole e musica di Giampiero Ventura, intervistato da Radio Sportiva; soggetto Djamel Mesbah, uno che per tutta l’estate e non in una sola occasione ha rifiutato di percorrere poco più di 120 chilometri per spostarsi da Milano. E’ lui il simbolo di tutti i riluttanti che per motivi vari hanno detto no e oggi si devono accontentare di fare tappezzeria, anche se esistono dei distinguo.UN NO CHE COSTA - Partiamo proprio dal franco-algerino che è anche un caso emblematico. Troppo facile dire oggi che chi non vuole il Toro non lo merita nemmeno, ché magari a gennaio quest’affare si farà. Al Milan Mesbah non interessa né come laterale di difesa e nemmeno come esterno di centrocampo, sia per scelte tecniche che gli vedono davanti De Sciglio e Antonini, sia per opportunità. A Galliani è andata poco giù la presa di posizione del diretto interessato che ha rifiutato seccamente almeno un paio di volte il trasferimento, soprattutto perché avrebbe aperto un canale privilegiato con il Toro per arrivare a Ogbonna. A gennaio Mesbah è destinato a partire, se questa volta accettasse il granata (anche se onestamente quella fascia è ben trafficata) immaginiamo già l’accoglienza dei tifosi.

SUPERMERCATO SAMP - E poi c’è il trio Samp, pur con posizioni e motivazioni diverse. In primis Palombo che in fondo poteva essere quella testa pensante mancante al momento assente nella rosa di Ventura, sempre che fisicamente e mentalmente arrivasse a Torino a posto: ha rifiutato questa come altre soluzioni, oggi fa lo spettatore (ben pagato) a Genova. Stesso destino per Fernando Tissone per cui il padre diceva di avere moltissime richieste. Sarà, eppure nella Samp ha giocato solo una volta e soprattutto anche lui a gennaio facilmente emigrerà. Diversa la posizione di Pozzi, un po’ perché il suo ingaggio mai è stato realmente vicino e molto perché avrebbe probabilmente significato l’addio a Bianchi. In ogni caso resta un pallino di Cairo e con l’esplosione di Maxi Lopez sino ad oggi ha racimolato pochi minuti veri in campo.