I tanti ex granata del Mantova

di Andrea Rosselli

Sono davvero tanti i giocatori del Mantova ad aver indossato la maglia del Toro: i difensori Mezzanotti e Lanzara, i centrocampisti Sommese, Grauso e Brambilla e gli attaccanti Poggi e Graziani, che come ben noto è figlio del grande Ciccio.Gli esperti Davide Mezzanotti (35 anni) ed Ivanoe Lanzara (34) sono entrambi prodotti del vivaio del Toro, ma solo il primo ha indossato la maglia della prima squadra (anche se in sole due occasioni): entrambi hanno vissuto una carriera a cavallo tra Serie B e Serie C, girando l'Italia in lungo ed in largo, fino a trovare la propria dimensione definitiva con la squadra biancorossa.Quello di essere uscito dalle giovanili ma di non aver trovato spazio in prima squadra è un destino che accomuna anche Claudio Grauso (che festeggerà il proprio ventisettesimo compleanno proprio sabato), centrocampista tutto sostanza che ha trovato la propria consacrazione con una maglia molto simile a quella granata: l'amaranto del Livorno, dove ha trascorso cinque indimenticabili stagioni risultando tra i protagonisti del doppio salto dalla C alla A.Discorso diverso ovviamente per Vincenzo Sommese e Massimo Brambilla, che potremmo definire i due più granata del gruppo: con la maglia del Toro il trentenne tornante campano ha collezionato ben 128 presenze (condite da 9 reti) in sei campionati, mentre il regista milanese (33 anni appena compiuti) ha disputato cinque stagioni, mettendo insieme 97 presenze e segnando due gol. Solo due invece i campionati in granata di Paolo Poggi, 35 anni portati benissimo, 43 presenze e sei reti in Serie A dal 1992 al 1994.Pur essendo nato e cresciuto a Torino, e proprio negli anni di maggior fulgore di papà Ciccio (è nato nell'aprile del 1975, poco più di un anno prima dello scudetto), Gabriele Graziani è un altro a non aver mai indossato la maglia della prima squadra: la sua carriera si è sviluppata tutta sui campi di Serie C (Nola, Arezzo, Pistoiese, Siena, Mestre), fino all'approdo definitivo a Mantova (stagione 99/2000), dove è diventato un vero e proprio idolo, anche in virtù di quella straordinaria generosità che era il marchio di fabbrica del padre: questione di DNA granata, evidentemente.

Andrea Rosselli