toro

I Tesoro: ”Trattative ora non ce ne sono”

In pieno centro cittadino, è l'Hotel Concord la struttura deputata ad accogliere la conferenza-stampa di Antonio Tesoro, imprenditore di origine pugliese trapiantato in Lombardia, figlio del capostipite Savino che ha iniziato...

Redazione Toro News

In pieno centro cittadino, è l'Hotel Concord la struttura deputata ad accogliere la conferenza-stampa di Antonio Tesoro, imprenditore di origine pugliese trapiantato in Lombardia, figlio del capostipite Savino che ha iniziato l'attività nel settore siderurgico per poi ampliare i propri interessi. Si tratta degli unici soggetti che finora abbiano incontrato Urbano Cairo, dopo l'annuncio di messa in vendita del Torino FC da parte di quest'ultimo, per trattare un eventuale acquisto; stante il silenzio dell'attuale patron granata, il giovane Tesoro -presidente, nel calcio, della Pro Patria- ha organizzato questo incontro con i media allo scopo di illustrare la propria posizione e di diffondere la propria verità sulla vicenda. Vi trasmettiamo in diretta le sue dichiarazioni.

Il padre per presentarsi lascia la parola all'avvocato che spiega di quali rami la famiglia Tesoro si occupa: "io ritengo che si possano dare informazioni di tipo generico e non dettagliato. Il gruppo Tesoro è iniziato anni fa e si è sviluppato nell'ambito della siderurgia. Nei vari anni la famiglia Tesoro ha deciso di diversificare in altri settori la propria attività, espandendosi dalla siderurgia, come l'ambito immobiliare. Non voglio entrare nell'aspetto particolare. Se la fam. Tesoro ha ritenuto possibile prendere il Toro evidentemente ha le possibilità".

Viene poi chiesto perchè la fam. Tesoro si sia interessata al Toro. Il padre: "Noi non abbiamo cercato nessuno. Il Toro è stato messo in vendita e ci è stato chiesto se eravamo interessati. Quanto siamo disponibile a spendere? Dobbiamo prima stabilire di cosa parliamo e che cosa significhi il Toro. Prima dei dati che il sig. Cairo mi deve dare, non posso avere idea di quanto spendere. Sono un imprenditore. Prima di vedere le cifre non posso fare nessuna ipotesi. Ci sono diversi progetti industriali che ci interessano. Il nostro progetto è per soddisfare la nostra passione per il calcio. Facciamo un'ipotesi: io prendo il Toro. Allora mi domando cosa serva per l'Europa League. Per sentirmi bravo significa spendere il meno possibile e arrivare all'obiettivo. Però al momento non so quanto possa costare tutto quanto. I soldi, però, ce li ho"

Sembra che Cairo non sia interessato a vendere. Ma allora perchè si è qua a questa conferenza? Risponde il padre: "Questa conferenza era per precisare, non attraverso i giornali, ma a voce, che le trattative non ci sono. Il nostro interesse, comunque, rimane per la squadra". Continua il figlio: "Quando era possibile abbiamo risposto presente. ADesso non possiamo fare altro. SE non ci comunica le cifre non possiamo fare nulla. Perchè non presentiamo un'offerta? Su quali basi? Magari poi scopriamo che ci sono 100 milioni di debiti..."

Sul Fila il figlio dice: "E' un investimento, un totem per i tifosi del Toro. Era uno delle prime cose che avevamo preso in consideraizone in caso di acquisto della società, perchè avremmo voluto restituire una casa al Toro. Al momento non abbiamo esigenza di prendere un club di livello superiore. Siamo stati ingolositi dalla possibilità di prendere il Toro".

Ma perchè si è vociferato di Moggi e Padovano? Avete in mente persone che hanno a che fare con il mondo del calcio? Il padre: "Figure del calcio? Moggi non ha nulla a che fare con noi. Padovano è un amico mio personale e degna, al di là di quello che si pensa. E' una persona corretta e competente".

Il padre precisa cosa è successo nell'incontro: "Abbiamo parlato del più e del meno. Abbiamo parlato di giocatori e ci siamo scambiati informazioni sui gruppi in cui lavoriamo. Però se ci chiamasse domani noi saremmo sempre interessati. Abbiamo anche attivato un intermediatore che piace ad entrambe le parti, ma per ora non è successo nulla. Se Cairo avesse la volontà si potrebbe davvero fare, ma ora non sta più a noi. Comunque tifiamo per la promozione del Toro, anche perchè per noi sarebbe meglio prendere una squadra in A che in B. Ma gliel'ho detto anche a Cairo". Il figlio poi precisa: "Ritenevamo utile una trattativa rapida, maabbiamo detto fin dall'inizio che erano pronte due offerte per la squadra in A o in B".

Si torna poi a parlare della cessione. Il figlio commenta: "Chi vuol vendere si informa bene sugli acquirenti, chi non vuole vendere non si informa. Noi soldi ne abbiamo. Se in futuro dovremmo prendere un'altra squadra di Serie A, sarà lui a doverlo spiegare ai tifosi". Continua poi il padre. "La nostra è una puntualizzazione alla Piazza. Se Cairo non mi dice cosa e quanto vuol vendere è difficile capire le potenzialità. L'interesse della tifoseria è quello di fare bene. Non ha senso fare dei progetti adesso, perchè non ho la possibilità di prendere il Toro. Se l'avrò, allora farò dei progetti".

Il primo approccio con Cairo non è stato diretto. A spiegare la storia è il padre: "la prima volta ci siamo sentiti attraverso l'intermediario. Ha detto che vendeva. Ho fatto una chiamata diretta e ancora mi ha detto di sì. Mi ha richiamato lui e abbiamo fissato l'appuntamento a Milano e ha detto che la volontà c'era. Abbiamo fatto 3 ore di colloquio e ci siamo promessi di sentirci nel giro di qualche giorno. Gli avevo anche precisato che non volevo una trattativa troppo lunga. Poi martedì di 2 settimane fa l'ho richiamato ma non mi ha risposto. Ho ritenuto che i doveri li conoscesse poco". A fargli eco è il figlio che afferma: "Ci siamo sentiti usati".