A Mantova si è perso, soprattutto a livello mentale, la partita più delicata della stagione e questo deve far riflettere sia sul grado di tensione che l’evento genera sia sulla pressione di tutto l’ambiente che rischia di fare danni ulteriori. Il Toro ha tutto per centrare l’impresa, ma deve riuscire a riscoprire quei valori tradizionali che gli hanno permesso di arrivare a giocare 46 partite: intelligenza, serenità, consapevolezza dei propri mezzi ma anche umiltà.
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Il 4 a 2 di Mantova non è ‘colpa’ di Pieri
A Mantova si è perso, soprattutto a livello mentale, la partita più delicata della stagione e questo deve far riflettere sia sul grado di tensione che l’evento genera sia sulla pressione di tutto l’ambiente che rischia...
Di fronte il Toro ha una squadra che ha saputo giocare con intelligenza, intensità e astuzia, a cui oltre al cuore, la De Biasi band ha opposto poco raziocinio caricando a testa bassa e sprecando decine di palloni con cross che una difesa di lungagnoni ha avuto buon gioco ad annullare senza eccessivi patemi d’animo. Non è un caso che i pericoli maggiori Brivio li abbia corsi soprattutto quando si è giocato palla a terra o di sponda. Sotto questo aspetto il gol di Longo e le zuccate di Fantini, Abbruscato e Melara non devono ingannare. Sono quattro episodi sui 25 cross, circa, spediti in area. Il Mantova è una squadra di uomini non di robot, ma sperare che cedano in questo modo anche domenica, è un calcolo che il Toro non deve fare. I granata sono esistiti solo per il primo quarto d’ora e per gli ultimi 20 minuti e poco mancava che si arrivasse al 4-3. Sia chiaro: il Mantova ha legittimato una vittoria regalata in gran parte da svarioni difensivi che possono capitare. Per quanto importante fosse era una partita su due. Adesso Brevi e soci devono giocare LA partita facendo quello che il presidente Cairo ha sempre detto sia nei momenti più bui che in quelli esaltanti della stagione: calma e piedi per terra.
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