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Il borsino granata

Dalla libidine all’apoteosi, questo il percorso che ha saputo tracciare mister Ventura da quando è partito in ritiro nel luglio scorso con la rosa già all’80%. Da lì ha saputo...

Redazione Toro News

"Dalla libidine all’apoteosi, questo il percorso che ha saputo tracciare mister Ventura da quando è partito in ritiro nel luglio scorso con la rosa già all’80%. Da lì ha saputo ricreare quella cellula granata forgiando giocatori, uomini del Toro prima e da Toro poi. Grazie a questo domenica si è potuto festeggiare il ritorno in serie A. Questo il segreto che sottende il successo di un gruppo che ha saputo essere, lo ribadiamo ancora una volta, più forte di tutto e di tutti. Più forte dello scetticismo iniziale che si è nutrito di un escalation di delusioni cocenti nelle ultime tre stagioni, più forte di uno sport spesso incapace di distribuire giustizia ed equità sia dentro che fuori dal campo, più forte di avversari agguerritissimi che hanno dato vita ad un torneo a mille all’ora dove mai quattro squadre avevano realizzato tanti punti (80). Una conquista tanto attesa e meritata che ha liberato la gioia di un ambiente spesso rassegnato a guardarsi indietro piuttosto che scrutare avanti con fiducia, che ha suggellato i valori mai scalfiti dell’orgoglio e dell’appartenenza e che ha liberato i propri colori festosi in giro per la città senza doverli mischiare con quelli dei cuginastri cui è rimasto l’urlo strozzato in gola nella stessa serata di un giorno memorabile solo per i vessilli granata. Il successo sul Modena è stato quasi un qualcosa di scontato, più un preludio della festa che una partita vera e propria sebbene i canarini siano rimasti in partita fino all’83’ lasciando in bilico la promozione tanto attesa. Ma questa è arrivata proprio grazie a due ragazzi che hanno visto più la panchina e la tribuna che il campo nel corso della stagione, Odu e De Feudis, quasi a sintetizzare nell’atto finale il leit motiv di tutta la stagione: il valore del gruppo, nessuno escluso, la coesione, l’importanza di tutti e l’indispensabilità di nessuno. Da qui bisogna ripartire, da questo spirito, dalle basi gettate in quest’anno zero, per poter dare un senso a quella cellula granata ed al lavoro a lunga scadenza impostato da un allenatore e da uno staff che hanno non solo capito cosa significhi essere del Toro ma hanno saputo guardare anche più in là, rivolgendosi al futuro.

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