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”Il Fila? Ricordo che mi ci spaccarono il naso…”

La cornice era quella del Circolo Sporting, l'occasione la presentazione di tre libri granata. “Toro come un romanzo”, scritto da Michele Ruggiero, Stefano Tallia e Diego De Ponti nel quale si  ripercorre lacentenaria storia...

Redazione Toro News

Che l'ambiente torinese fosse caldo Ventura lo ha capito sin dal primo giorno: "Ma quando si parla di pressione non si parla solo di quella che si ha nell'indossare quella maglia, ma anche dell'obbligo di fare qualcosa. All'inizio del campionato di B erano tre le squadre accreditate per vincere. Il Toro, per la sua storia e per tutto quello che rappresenta, il Padova per gli investimenti fatti, la Samp per i super investimenti fatti. Solo il Toro ha sopportato la pressione, le altre due no. E la mia squadra si trova a lottare con Sassuolo e Pescara, tra le altre, che di pressione non ne hanno mai avuta. E se perdono tre partite di fila non succede nulla. Ho allenato anche a Napoli, anche lì c'è pressione. Ma non deve essere visto come qualcosa di negativo. Una grande piazza genera grandi onori e grandi responsabilità. Ho dei ragazzi che in A non hanno mai giocato, per vari motivi, ma che hanno capito che non è una questione di arbitro o di chissà cosa. Conta la voglia e il voler diventare qualcuno. Conta quello che si è".

Gli si chiede se ha avvertito che Torino è granata: "Mi pare un dato di fatto che a Torino un buon 70% sia granata". Il Toro ha una storia che ha un certo peso e alla quale spesso si guarda. Non vuole negare il passato dei granata, Ventura - non avrebbe senso - ma ha una sua idea ben precisa: "Lo dico dal primo giorno, e a questo ci tengo. Il passato c'è e bisogna ricordarlo, ma è ora finalmente di pensare al futuro, di costruire un futuro per il Torino, di ricreare quella cellula granata. Per questo dico che questo è l'anno zero, ma non intendo dire che con ciò si debba annullare il passato".