"Chiamato a dirigere il Torino per la seconda volta in questa stagione ed ancora una volta in occasione di un match decisivo per le zone alte della classifica (lo scorso 5 febbraio arbitrò Torino – Brescia conclusasi 1-1), il napoletano Carmine Russo sabato scorso si è distinto per una direzione a tratti solo decisa ed autoritaria, a tratti anche isterica come nella circostanza del secondo giallo comminato a Manolo Pestrin. Al “Braglia” di Modena (dove il Sassuolo gioca le sue partite in casa) la partita entra subito nel vivo e dopo 2’ c’è già un calcio di rigore a favore dei granata: un traversone di D’Ambrosio viene deviato dal braccio aperto del capitano dei neroverdi, Magnanelli il quale però non viene misteriosamente ammonito. All’11’ il primo giallo (giusto) è proprio per D’Ambrosio che interviene da tergo su Martinetti. Al 15’ è segnalato un offside a Noselli, dopodiché Russo assume un atteggiamento più permissivo. Al 35’ Loria ferma fallosamente Minelli all’ingresso dell’area: un fallo necessario che gli costa il giallo. Al 41’ giunge la prima ammonizione per Pestrin, anche questa per un fallo da tergo a metà campo. Stesso tipo di fallo ed ovviamente stessa sacrosanta sanzione un minuto dopo per Rivalta che da dietro interviene sul solito Martinetti. Un minuto dopo arriva il primo ammonito del Sassuolo: si tratta di Valeri per un fallo su Gasbarroni. Nella ripresa, appena un minuto dopo il gol del raddoppio granata firmato da Scaglia (5’), Rossini si avvicina pericolosamente all’area del Torino, tenta il dribbling su Pestrin il quale d’istinto allunga lateralmente la gamba: non è chiaro se c’è il contatto ma il giocatore emiliano termina a terra e Russo fischia la punizione ed estrae il secondo giallo a carico del centrocampista ex Salernitana che abbandona il campo incredulo. La decisione arbitrale è apparsa subito esagerata (fino ad allora la gestione dei cartellini era stata condivisibile) poiché se il calcio di punizione poteva starci, certamente il cartellino per un fallo del genere è sembrato francamente esagerato. I granata a quel punto, ancor più innervositi, hanno continuato a commettere falli cattivi da dietro (una costante della partita ed un motivo per riflettere sull’eccessivo nervosismo già palesato prima del rosso a Pestrin) e così anche gli attaccanti Salgado e Bianchi (che rischia anche qualcosa in più) adottano una specie di caccia all’uomo con entrate proibite rispettivamente su Donazzan e Riccio che costano loro l’inevitabile ammonizione. All’81’ le ammonizioni ai danni dello stesso Riccio (fallo su Rubin) e Gasbarroni per comportamento non regolamentare portano il computo finale dei gialli a 10 dei quali 8 per i granata, 2 per i neroverdi ai quali manca però quantomeno quello a Magnanelli che l’avrebbe meritato in due circostanze: il già ricordato episodio del penalty ed un calcetto a Bianchi in quel momento a terra (scorrettezza che difficilmente l’arbitro avrebbe potuto notare ma magari un suo collaboratore sì). Assolutamente inaccoglibili, infine, le richieste dei neroverdi per un presunto tocco di braccio di Loria in area granata poiché Russo aveva già fischiato un precedente tocco di mano dell’attaccante del Sassuolo nella medesima azione.
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Il punto sull’arbitro
Chiamato a dirigere il Torino per la seconda volta in questa stagione ed ancora una volta in occasione di un match decisivo per le zone alte della classifica (lo scorso 5 febbraio arbitrò Torino – Brescia conclusasi...
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