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Il Sassuolo gioca a memoria: il 4-2-3-1 di De Zerbi sfida il cantiere Torino

REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - JANUARY 18:  Tomas Rincon of Torino FC  celebrates after scoring the opening goal during the Serie A match between US Sassuolo and  Torino FC at Mapei Stadium - Città  del Tricolore on January 18, 2020 in Reggio nell'Emilia, Italy  (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Temi Tattici / Le idee di De Zerbi sono ormai maniacalmente eseguite dai neroverdi: sarà una sfida tra due grandi intenditori di tattica

Andrea Calderoni

A guardare il Sassuolo un po’ tutti si sono divertiti in questi primi quattro turni del campionato di Serie A. La squadra di Roberto De Zerbi ha convinto sotto tutti i punti di vista e ha conquistato punti preziosi. I neroverdi hanno macinato gioco, il nuovo Torino di Marco Giampaolo invece ha stentato a mettere in scena nelle prime tre uscite stagionali i principi di gioco del tecnico abruzzese. La rivoluzione tattica di Giampaolo resta al momento ancora su carta e si sono visti soltanto i prodromi del progetto. Vedremo, tra l’altro, se Giampaolo con un regista adattato come Rincon e senza alcune pedine richieste sul mercato riuscirà a concretizzare sotto la Mole la sua ambiziosa idea di calcio, espressa in numeri con il 4-3-1-2. Che partita attendersi, perciò, al Mapei Stadium venerdì sera nell’anticipo della quinta giornata?

IDEE TATTICHE - Da una parte c’è una delle poche squadre del massimo campionato italiano che gioca letteralmente a memoria. Il Sassuolo ha i suoi principi e li mette in scena nel bene o nel male praticamente sempre. Il principio fondamentale dei neroverdi è quello di provare a dominare il gioco partendo da una costruzione bassa dell’azione palla a terra. Il mantenimento del possesso ed il movimento senza palla aiutano la squadra a creare gli spazi necessari per consentire lo sviluppo del gioco. L’uso dell’ampiezza, inoltre, è un altro principio fondamentale nel gioco di De Zerbi che utilizza sempre gli esterni d’attacco del suo 4-2-3-1 a piede invertito per favorire la giocata verso l’interno del campo. Molte di queste idee sono quelle che anche Giampaolo sta provando a veicolare nel suo Torino.

PICCOLE DIFFERENZE - Ci sono, però, un paio di differenze abbastanza evidenti tra Giampaolo e De Zerbi. La prima riguarda le mezz’ali del granata che sono assenti nel neroverde. De Zerbi una volta che supera la prima linea di pressione, richiede che si vada a ricercare lo sviluppo sulle corsie laterali; i trequartisti esterni rimangono molto larghi per ricevere palla ed i terzini si sovrappongono costantemente consentendo ai primi di accentrarsi palla al piede e poter decidere la giocata per finalizzare l’azione. Il Sassuolo attacca sempre con 5/6 uomini e ciò spiega anche la vulnerabilità difensiva (già 6 reti incassate). La seconda differenza riguarda la fase di non possesso. L’aggressione è meno alta rispetto a quella che in linea di principio vorrebbe Giampaolo. Il Sassuolo cerca di orientare la giocata avversaria su un lato con il proprio attaccante (Caputo), che si frappone tra il difensore centrale avversario in possesso palla e l’altro per impedire un eventuale giro palla. L’obiettivo, anche in tal caso, è di forzare la giocata dell’avversario, portandolo sul lato debole. Dunque, sarà una partita a scacchi tra due ottimi intenditori di tattica ma De Zerbi partirà con molti pedoni di Giampaolo già “mangiati”.