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Il Toro e il derby ai tempi della crisi

Le cause possono essere individuate in svariati fattori, ma la sostanza non cambia: da oggi sono in vendita libera i biglietti per il derby di domenica ed è evidente come in tale fase non si...

Diego Fornero

Le cause possono essere individuate in svariati fattori, ma la sostanza non cambia: da oggi sono in vendita libera i biglietti per il derby di domenica ed è evidente come in tale fase non si faccia più alcuna distinzio tra tifoserie. La conclusione è presto tratta: il sogno di vedere uno stadio interamente granata, con la tifoseria bianconera relegata al settore ospiti, svanisce quasi definitivamente, nonostante le iniziative prese dalla Società per favorire l'acquisto di biglietti da parte dei tifosi del Torino.LE CAUSE? - Fondamentale è, a questo riguardo, andare ad indagare le cause di questo fenomeno, iniziando col rilevare che, nel corso della stagione, l'Olimpico non ha certo brillato per la propria affluenza, non registrando mai il tutto esaurito se non nella gara dello scorso settembre contro l'Inter, e soltanto avvicinandosi in occasione della gara contro Milan e Napoli, ed in ognuna di queste tre occasioni è scontato dire che il 'merito' non fosse della tifoseria granata, quanto piuttosto del gran numero di tifosi delle tre squadre presenti in città.A fronte di un cammino in campionato relativamente tranquillo (certo, qualcosa da ridire ci sarebbe ma non è lo scopo di questa nostra analisi), dunque, il popolo granata nel corso di questa stagione ha dimostrato una presenza all'Olimpico piuttosto scarsa, per non dire decisamente insoddisfacente. Del resto, se il buongiorno si vede dal mattino, quegli 8.000 abbonati o poco più registrati la scorsa estate, non avrebbero dovuto lasciar intendere molto di buono, e le premesse si sono pienamente confermate nel corso della stagione.PREZZI ANACRONISTICI - Primo punto dolente è rappresentato, senza dubbio, dai prezzi: sulla politica dei prezzi, a nostro parere, totalmente discutibile da parte del Torino FC, puntammo il dito già lo scorso ottobre, a costo di apparire come i gufi di turno, a fronte di un generale entusiasmo ravvisato da altre fonti che ci parve, da subito, francamente incomprensibile (circostanza, del resto, ripetutasi in altri ambiti, quali ad esempio il Filadelfia, laddove fummo i primi e i soli a rilevare le promesse roboanti poi non mantenute da parte della Società, mentre ora, con la tematica riportata all'attualità dall'ottima iniziativa della 'Marcia per il Fila', tutti paiono essersene ricordati). Le cifre imposte dalla Società di Via Arcivescovado per il biglietto stagionale e per i singoli ingressi, lo ribadiamo, ci sono parse fin da subito troppo elevate ed anacronistiche, considerato il target al quale si propongono e la situazione particolare di una squadra neopromossa, simbolo di una piazza che vive di entusiasmi e passioni ma che, da troppi anni, non vede il proprio immenso amore riconosciuto nei risultati sul campo.SI POTEVA IMMAGINARE... - Purtroppo, avevamo ragione: l'Olimpico non ha offerto quasi mai, a parte l'instancabile e lodevole contributo della Maratona, una cornice esaltante di pubblico, e ciò non può certo additarsi, a nostro parere, al fatto che si sia ormai al termine di una stagione 'di transizione', né di diffidenza da parte del pubblico nei confronti di una 'neopromossa', anche perché, comunque la si voglia pensare, e comunque la pensi Capitan Libidine, il Torino non è, né sarà mai, una 'neopromossa', o perlomeno non soltanto.I prezzi elevati, soprattutto se rapportati alla qualità del servizio (Stadio Olimpico e Juventus Stadium, giusto per fare un esempio sotto gli occhi di tutti, si passano 5 anni di vita, 2006 contro 2011, ma qualche era lunare di distanza in termini di organizzazione e struttura), non si può certo dire che abbiano aiutato, in tempi di crisi lacerante, laddove il 30% di noi giovani sconta la piaga della disoccupazione, le famiglie tirano la cinghia per arrivare alla fine del mese (quando ci arrivano) ed il pallone, soprattutto quando, ahinoi, sul rettangolo di gioco non si assiste a spettacoli di sopraffina natura ma a ben più note sofferenze e delusioni, viene comprensibilmente relegato a posti secondari. E I MINI-ABBONAMENTI? - Anche la formula dei mini-abbonamenti, comprendenti le sfide a Catania e Genoa, da molti reputata troppo costosa, non ha sortito l'effetto voluto (benché, anche in questo caso, in un entusiastico quanto immotivato tripudio di gioia, venisse proclamata, da altre fonti, come una sorta di panacea di tutti i mali): stessa sorte è, infine, toccata alla vendita dei biglietti in prelazione ai (pochi) tesserati, che potevano acquistare per se' e per altri tre nominativi. Ne sono stati staccati soltanto 10.000 circa, con l'ovvio risultato che, da stamattina, avremo in circolazione circa 11.000 tagliandi in vendita libera, anche questi a prezzi, di fatto, fuori mercato (40 Euro le curve, o meglio la curva Primavera, considerato che almeno la Maratona è esaurita; 60 i distinti, 70 le tribune).PREZZI... DA JUVE - Prezzi del genere, in città, si sono visti finora soltanto alla Continassa, e pare quasi che proprio quello sia stato, beffardamente, il parametro preso in consierazione dalla dirigenza granata, quasi una beffa laddove si voglia puntare a riempire il proprio Stadio di tifosi granata, arginando per quanto possibile l'ovvia invasione bianconera.Ormai, peraltro, il dado è tratto: ai botteghini e nelle bigliettere online partirà la caccia al biglietto e, probabilmente, i tagliandi rischieranno di terminare tra poche ore, con la ghiottissima occasione per i tifosi della Juventus di festaggiare un mezzo scudetto proprio in casa dei 'cugini' granata.TIFOSI SPAESATI - Sarebbe ingenuo, peraltro, dare ogni responsabilità ai prezzi salati: la tifoseria del Torino sta scontando, purtroppo, una disaffezione dovuta a troppi fattori, che analizzare in questa sede sarebbe fuorviante, ma che potrebbero ben esemplificarsi, ancora una volta, in una Società che ha veramente ben poco del glorioso Toro che fu, con i tifosi letteralmente spaesati da iniziative quali l'assurdo anticipo della celebrazione di Superga al 3 maggio, o l'eterno tergiversare sul Filadelfia, o ancora lo scarsissimo attaccamento a questi colori dimostrato da alcuni giocatori, ed anche da alcuni dirigenti, che, soprattutto sul significato del derby, paiono non avere le idee del tutto chiare. Inutile negare che, in alcuni ambienti, la tifoseria granata, provata da troppe inaccettabili delusioni, stia scontando un po' di 'stanchezza emotiva', ma sarebbe troppo banale e semplicistico prendersela con i tifosi, accusandoli di pigrizia e scarsa affezione alla squadra, parole difficilmente riferibile ad una tifoseria come quella rappresentata da queste pagine.Una delusione? Ebbene si, per tutti quanti avessero sognato per un anno intero un Olimpico tutto granata, che, al di là di quello che potrà essere il verdetto del campo, ne emettesse uno, ancor più inappellabile, sugli spalti: Torino è granata, lo è sempre stata e resterà tale. Lo si potrà ancora affermare, di fronte a chi, come i bianconeri, è stato sempre considerato da parte dei tifosi del Toro né più, né meno, che un ospite a Torino? C'è ancora qualche giorno a disposizione per dimostrarlo, diamoci da fare, perché sugli spalti non contano i valori tecnici e, nei limiti del possibile, neppure il denaro: conta il cuore, e quello granata, magari vecchio e provato dalle difficoltà, non ha mai smesso né può smettere di battere proprio ora.Diego Fornero