toro

Il Toro e l’America Latina, un rapporto di odio – amore

Negli ultimi 15 anni tante delusioni dai calciatori sudamericani in granata ma anche qualche scommessa vinta

Redazione Toro News

"A partire dall'alba degli anni 2000, in granata si sono succeduti diversi calciatori sudamericani, con alterne fortune. Alcuni sono stati dei veri e propri carneadi, come il giovane uruguayano proveniente dall'Inter Sixto Peralta, nel campionato di serie B vinto con Giancarlo Camolese in panchina, e come Gustavo Mendez.

"Sempre dall'Uruguay il ds Sandro Mazzola, alla vigilia della stagione 2001/2002, pescò il bomber Franco Ramallo, sicuramente un buon giocatore, che rimase a Torino fino al 2005 mettendo a segno alcuni gol pesanti, ma che rappresentò senza dubbio, anche a causa dei suoi problemi fisici costanti, un investimento eccessivo.

"Intanto nelle giovanili granata crescevano in quegli alcuni buoni elementi, di cui certi, come l'uruguagio Lopez, troveranno fortuna in Argentina, altri, come Gaglianone e Ronaldo Vanin, scompariranno del tutto dal calcio che conta, e altri ancora, come Andrè Pinga, diventeranno protagonisti in granata.Il brasiliano infatti fu l'autentico trascinatore del Toro nella cavalcata vincente del 2004/2005, stagione in cui fece qualche apparizione anche il talentuosissimo fantasista argentino Carlos Marinelli, ritornato in granata dopo la parentesi del 2002/2003.

"Nell'anno della promozione con Ezio Rossi prima e Zaccarelli poi fece la sua comparsa anche il brasiliano Humberto, che non lasciò il segno ma che regalò comunque tre punti d'oro al fotofinish contro il Catania. Meglio glissare, invece, sull'arrivo, l'anno precedente, del granitico difensore centrale argentino Mariano Fernandez dai portoghesi del Beira Mar, un giocatore dal passo decisamente non adeguato per i nostri standard e su quello, l'anno ancora prima, della punta ex Venezia Federico Magallanes, definito dall'allora presidente Romero ''un misto tra Best, Gento eMeroni''.

"Con l'avvento dell'era Cairo il sudamericano più gettonato fu senza dubbio Alvaro Recoba, ma anche in questo caso i suoi tempi migliori erano già passati. Venendo a tempi più recenti invece l'argentino, regista di centrocampo, Gorobsov, recitò il ruolo di eterna promessa mai sbocciata mentre, nella seconda parte del campionato 2009/2010, quello della promozione sfuggita per un soffio nello spareggio contro il Brescia, diedero il loro onesto contributo due giocatori adatti alla serie B come il cileno Mario Salgado e il brasiliano ex Napoli Inacio Pià.

"Nel 2010 tra i pali arrivò il brasiliano Rubinho, mentre in difesa e a centrocampo l'esperto argentino Luciano Zavagno (ora osservatore granata) e il carioca Denilson Gabionetta, per cui partì un vero e proprio affaire di mercato con il Crotone: tre elementi validi, ma non certo in grado di scrivere pagine importanti nella storia del club, così come Surraco l'anno successivo e Willy Barbosa nelle giovanili ( anche se il giovane verdeoro ha avuto possibilità quasi nulle di mettersi in mostra e rappresenta uno dei più recenti rimpianti per i tifosi).

"Buono, infine, l'apporto di Mario Santana, di Jonathas e del roccioso stopper Guillermo Rodriguez, uno da Toro, protagonisti nel primo difficile campionato in A con Ventura. L'uruguayano è rimasto invece un po' ai margini nell'ultima stagione e al momento è in partenza, così come Vitor Barreto, mentre potrebbe rimanere Marcelo Larrondo. Ora ai nuovi sudamericani del Toro il compito di aggiungere un altro capitolo...