di Salvatico / Lucania
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”Il Toro è Serie A che gioca in B”
di Salvatico / Lucania
Pagine di giornale riempite per anni con gli accostamenti tra il suo nome e quello del Torino FC, ed alla fine è arrivato per davvero, Alessandro Sgrigna:...
"Pagine di giornale riempite per anni con gli accostamenti tra il suo nome e quello del Torino FC, ed alla fine è arrivato per davvero, Alessandro Sgrigna: "Finalmente sì", apre, "dico grazie al presidente e a tutti quanti". Eccolo, l'attaccante a lungo inseguito, proveniente dal Vicenza, a proposito del quale dichiara: "Negli ultimi giorni era molto difficile allenarmi con tutte queste voci di mercato intorno, ora però va tutto bene, sono contento e darò il massimo".Dopo qualche prima parola "di rito", si entra nel vivo della presentazione di questo romano un po' atipico, tranquillo e posato quanto attento, che ogni volta che ha incontrato il Toro gli ha fatto male: "Dovevo fare qualcosa per farmi rimpiangere...", dice sorridendo. "In realtà, mi gasava giocare contro il Toro, con loro sempre più che con altre squadre, perché era fare gol ad una grande". A proposito di gol: è andato quasi sempre in doppia cifra, Sgrigna; ha intenzione di continuare, anche qui dove in attacco ci saranno altri grandi elementi a fargli concorrenza? "Penso proprio di sì", dice con sicurezza; "anzi, immagino sarà più semplice proprio perché avrò con me gente che sa giocare, quand'é così è più facile andare in porta".Troverà diversi ex-compagni alla Sisport, da Di Cesare a Gorobsov, ma dice comunque di avere "un buon carattere, parlo sempre con tutti, e mai ci sono state difficoltà o problemi negli ambienti frequentati in carriera". Avrà sulle spalle la maglia numero 14: "Perché è il numero che avevo a Trieste, nonché il giorno di nascita di mia mamma Annarita, che è morta un anno fa, e di mia moglie". A proposito di destino, dunque: mai temuto che anche quest'anno, dopo tante parole, il passaggio al Torino sfumasse? "No, questa volta no", risponde; "era destino per davvero, che prima o poi arrivassi qui. E poi, tornerò a Vicenza: lì ho fatto la mia casa, anche se sono di Roma è ormai là la mia famiglia".In attacco, la trentenne punta dice di preferire giocare "sulla sinistra". Non ha scelto il granata rispetto al Lecce perché temeva di avere un ruolo meno di primo piano in Salento, ma "perché il Torino dà delle belle sensazioni. Cosa mi ha spinto? Tutto il contorno: la storia, il tifo, la società, ed il gruppo. Perché io penso questa squadra sia davvero forte". Altre, secondo molti pronostici, parrebbero esserlo di più: "Meglio così -dice, accodandosi a Di Cesare che ieri si era espresso nello stesso modo- perché con un profilo basso si potranno fare le cose con maggiore tranquillità". Per finire: é vero, allora, che per tanti giocatori il Toro non vuol dire Serie B? "Il Toro è Serie A che gioca in Serie B", sintetizza Sgrigna, prima di salutare per andare a conoscere allenatore, compagni, spogliatoio, campo, tifosi...
(foto M.Dreosti)
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