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In cerca di riscatto

di Federico Floris

Walter Novellino vara oggi la trentatreesima formazione diversa in 33 giornate di campionato. Contro il Genoa l’allenatore granata torna al 4-4-2 e sembra aver...

Federico Floris

"di Federico Floris

"Walter Novellino vara oggi la trentatreesima formazione diversa in 33 giornate di campionato. Contro il Genoa l’allenatore granata torna al 4-4-2 e sembra aver deciso di affidare l’attacco a Recoba e Di Michele, supplendo così all’assenza di Stellone, con due giocatori dalle caratteristiche ben lontane rispetto al centravanti romano. Rosina, capitano senza fascia, pare così destinato ad ‘accomodarsi’ in panchina mentre dovrebbe tornare in auge Lazetic, assente dalla gara con l’Udinese. Insomma, si va avanti per tentativi e la truppa granata cerca in terra ligure quelle risposte che servono per non dover affrontare Inter e Roma, le prossime avversarie, con un distacco risicato sulle ultime tre in classifica.

"Stappare punti a Marassi non è facile, e non lo è stato per nessun avversario quest’anno, perché la formazione guidata da Gasperini gioca un calcio divertente, arioso e convincente supportato da risultati piuttosto positivi che permettono al Grifone di affrontare il finale di campionato in totale serenità. I rossoblu giocheranno con la mente sgombra da strette impellenze di classifica e, come ha dichiarato in settimana il regista Omar Milanetto, proveranno ad aiutare il loro bomber Marco Borriello a laurearsi capocannoniere ed a convincere Donadoni ad affidargli una maglia azzurra per gli Europei.La manovra del Genoa poggia le proprie basi sulla velocità e sull’ampio utilizzo delle fasce con le costanti sovrapposizioni degli esterni di centrocampo e degli attaccanti laterali.

"Questo, probabilmente, uno dei motivi che hanno spinto Novellino a riproporre il suo amato 4-4-2 classico, cioè per avere quattro esterni di ruolo, in modo da non essere mai in inferiorità numerica in quelle zone di campo.La speranza, ovviamente, è che la mossa sia efficace ed azzeccata ma un giorno (più prima che poi) sarebbe bello vedere il Torino con una sua fisionomia precisa e definita che prescinde dalle caratteristiche dell’avversario di turno perché intende imporre le proprie. Ora però è il momento di badare al sodo, di pensare a salvarsi: il bel gioco non si è visto granché in questi 8 mesi e sarebbe assurdo pretenderlo adesso. Ciò che si deve vedere in campo è la grinta, la voglia di lottare per 90’, di ottenere il risultato che serve, di dimostrare che questo gruppo di giocatori non è disunito come è stato paventato da alcuni nei giorni scorsi. Solidità e concretezza per trasformare le parole in fatti.