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La Lega, l’ipocrisia e il terzo tempo

Domenica, allo stadio Franchi, la Fiorentina si è resa protagonista di un atto spontaneo di grande sportività: la squadra di Prandelli (a cui vanno i nostri migliori auguri) ha atteso, al termine della gara giocata...

Andrea Viscardi

"Domenica, allo stadio Franchi, la Fiorentina si è resa protagonista di un atto spontaneo di grande sportività: la squadra di Prandelli (a cui vanno i nostri migliori auguri) ha atteso, al termine della gara giocata contro l’Inter, la formazione avversaria e l’ha accompagnata negli spogliatoi con un applauso.Sicuramente quello dei viola è stato un gesto splendido, un gesto che nel calcio di oggi vuol dire molto, soprattutto in un momento difficile come questo.Logicamente a partire dalla fine della partita sono piovuti complimenti da tutto il mondo sportivo e non solo, complimenti che hanno portato la lega a prendere una decisione: da Gennaio terzo tempo obbligatorio su tutti i campi di serie A e B.Su questo, però, avrei due piccole considerazioni da fare: prima di tutto chiamare “terzo tempo” l’episodio di domenica mi sembra esagerato poiché questo rito, nato nel rugby, consiste nello spendere alcune ore con la squadra avversaria al di fuori del rettangolo di gioco, bevendo birra o mangiando in un ristorante. E giustamente il mondo del rugby si è lamentato.In secondo luogo, ben più importante, la Lega non ha perso tempo e ha strumentalizzato il gesto sminuendone, con le sue azioni, l’essenza.La mia idea di sportività non è rappresentata da un gesto obbligato, ordinato dall’alto, ma è un qualcosa di spontaneo, pulito, volontario.Con questa decisione la Lega è riuscita solamente a confermare ancora una volta quanta ipocrisia ci sia nel Calcio italiano, rendendo obbligatorio un gesto che, in alcune circostanze, avrà del ridicolo: immaginate il derby di ritorno, ci siete? Ecco, ora provate a vedere un Nedved che, come è successo in quello di andata, passa 90’ a buttarsi per terra ad ogni minimo contrasto, salvo poi rialzarsi e commettere falli pesantissimi senza neanche venire punito. Non voglio giudicare l’aspetto regolamentare di questa situazione, ma con che faccia un Corini o un Sereni, a fine partita, andrebbero da Nedved con il sorriso stampato sulla faccia a stringergli la mano e magari a congratularsi per la splendida partita? (fortuna, da questo punto di vista, che non abbiamo un Pasquale Bruno in squadra). E qualora non lo facessero? In questo caso, a partire dal minuto successivo al fischio finale, potrete vedere trasmissioni sportive e leggere articoli in cui tutto il mondo criticherà il nostro giocatore, accusandolo di essere privo di fair play.Ecco, questa è ipocrisia.