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La panchina è (diventata) lunga

Il Toro vince una partita fondamentale (a Bergamo) senza Bianchi; ma se il bomber c'é, fa gol. Come ad Ascoli, quando nel successo più ampio e convincente della stagione mancava Lazarevic; che però, quando é in...

Redazione Toro News

Il Toro vince una partita fondamentale (a Bergamo) senza Bianchi; ma se il bomber c'é, fa gol. Come ad Ascoli, quando nel successo più ampio e convincente della stagione mancava Lazarevic; che però, quando é in campo, spesso é il migliore (vedasi la gara contro il Grosseto). Insomma, tutti importanti, nessuno indispensabile, sembrerebbero dire le ultime gare dei granata, che finalmente iniziano a sfruttare la panchina lunga di cui, almeno in attacco (un po' meno in difesa, molto meno a centrocampo), dispongono.Si é infatti detto spesso che le alternative, in avanti, non mancano né numericamente, né a livello di varietà, tanto che le differenti tipologia di giocatori presenti in organico permetterebbero a Lerda di modificare in più modi l'asseto del reparto avanzato. Così, l'allenatore da tempo può schierare una sola punta che sia una boa o un attaccante di movimento, può mandarle in campo entrambe con due esterni offensivi o meno, può schierare un tridente “vero” o uno “camuffato”, con trequartista o senza. Elementi come Gasbarroni o Pagano garantiscono una duttilità non comune.Così come non comune é poter effettuare due “acquisti” a un mese e mezzo dalla fine del campionato. Parliamo di Antimo Iunco e Martinho Gabionetta, il primo al rientro dopo l'ennesimo infortunio, il secondo che pian piano -a giudicare dagli “spifferi” provenienti dai cancelli chiusi della Sisport- sta ritrovando la forma. Due elementi dalla cifra tecnica in grado di fare la differenza in Serie B, come entrambi hanno fatto nello scorso campionato con le rispettive società di appartenenza. E così, il brasiliano potrà far tirare il fiato a Laza, Gas e Pagano, mentre il brindisino potrà aggiungersi ad un tridente delle meraviglie con la coppia d'attacco ormai intoccabile. In un Toro che, dopo 35 giornate, finalmente riesce a sfruttare appieno il proprio potenziale.

(foto M.Dreosti)