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La rivincita dei gregari

D'Ambrosio che calca la fascia palla al piede dribblando gli avversari; Rivalta che non supera mai la metà campo, é fermo ed é pure basso. Garofalo che fa numeri non da difensore e confeziona cross da brasiliano; Zavagno...

Redazione Toro News

D'Ambrosio che calca la fascia palla al piede dribblando gli avversari; Rivalta che non supera mai la metà campo, é fermo ed é pure basso. Garofalo che fa numeri non da difensore e confeziona cross da brasiliano; Zavagno che chi é, vecchio, svincolato, carneade. De Vezze che é davvero una sorpresa, il cuore del Toro, si inserisce e fa pure gol; De Feudis che é il suo onesto comprimario, e che senza quello forte dei due non combina niente da solo. Ma c'é anche Di Cesare che non sta in piedi, é lento e falloso, etc.La rivincita dei gregari non serve, in realtà, a sminuire quei giocatori che già prima avevano la fortuna di essere ritenuti bravi da pubblico e critica; per esempio, la bravura e la grinta di Garofalo rimangono eccezionali, elementi di cui il Toro beneficierà quando lo riavrà a disposizione. La questione, positiva, é che questi giocatori considerati di secondo piano stanno dimostrando di essere all'altezza della situazione, e poche cose sono importanti come il poter contare su una panchina affidabile specie in un campionato lungo come la Serie B.Rivalta su tutti. Il difensore era spesso nel mirino di parte degli spettatori delle partite granata, fino a poco tempo fa. Sempre impiegato fuori ruolo, in quella posizione di esterno cui si adatta ma che non é sua, riportato al centro ha ritrovato brillantezza e applausi, dimostrando di non aver perso le qualità che ne avevano fatto, in gioventù, un libero dal preannunciato grande avvenire.Zavagno, argentino quasi 34enne dalla lunga gavetta, oggetto misterioso per un intero girone quando Lerda sembrava non ricordarsene l'esistenza, ha già servito un paio di palloni da tre punti al capitano che sempre li brama e poco li ottiene.De Feudis, infine, sta facendo capire perché la curva cesenate si é ribellata alla decisione di cederlo presa in estate dal club romagnolo; silenzioso e poco appariscente in campo e fuori, é cresciuto facendo vedere, venerdì sera, di saper perfino essere decisivo.Forse ci voleva un po' di pazienza, merce rara a Torino. Forse, un po' di considerazione in più da parte dell'allenatore. Forse semplicemente doveva girare la ruota, doveva iniziare questo nuovo cammino del Toro caratterizzato da una grinta che prima non c'era.Magari non sono questi i giocatori che possono prendere per mano la squadra, e portarla in Serie A; ma di sicuro, ci si può contare. E non saranno neppure loro a zavorrarla verso il basso della cadetteria con errori o con la mancanza di impegno.

(foto M.Dreosti)