Un arbitro granata? Ebbene si, qualcuno c'è, anche se, evidentemente, il caso vuole che ad arbitrare il Torino capitino più spesso rappresentanti dei 'cugini' a strisce bianche e nere. Oggi su TN esordisce la nostra 'Giacchetta granata', Carlo Bianchi, ex arbitro che preferisce utilizzare uno pseudonimo, il quale proporrà il suo punto di vista sulla conduzione della gara di scena nel weekend.Parafrasando Alessandro Manzoni che ne “I Promessi Sposi”, parlando di Don Abbondio lo descriveva come vaso di terracotta in mezzo ai vasi di ferro, più prosaicamente possiamo definire la partita dell'altroieri molto “Anni ‘80”. L’arbitraggio non ha fatto eccezione.Il Toro ha badato soprattutto a non scoprirsi, forte della convinzione che un centrocampo folto crei esclusivamente confusione; quindi sotto con i soliti due raminghi di turno che hanno svolto un lavoro enorme, ancor più considerando il valore dei loro dirimpettai. Logico che spesso siano stati circondati e isolati. La tattica di gioco ha previsto spesso il lancio lungo per Bianchi o Meggiorini, quest’ultimo impegnato prevalentemente nella nobile arte della marcatura “a uomo” su Pirlo (altra caratteristica tipica del calcio “Anni 80”).MANOVRA IMPROVVISATA? - Questo tipo di modulo ha sicuramente messo l’arbitro in condizione di dar quasi per scontato che l’azione granata si sarebbe esaurita sulla tre quarti bianconera, poiché quasi sempre la manovra ha avuto un che di “improvvisato”. Quasi sempre, appunto. Perché, nel secondo tempo, Cerci (assente ingiustificato per 45’) ha provato a “bucare” la fascia sinistra avversaria, ma la sua azione è stata spesso bloccata da falli tattici definibili “sistematici” portati da Chiellini o Pirlo, effettuati di spalla ma con il pallone non giocabile. Falli, questi, altrettanto sistematicamente ignorati forse perché il “pallino del gioco” è spesso stato in mano al centrocampo non-colorato.Dal nostro osservatorio molto speciale quel che non ha convinto è la conduzione di gara a centrocampo e nei pressi dell’area di rigore avversaria, con almeno quattro episodi di pallone recuperato dal Toro e azione fermata per falli “discutibili”. In generale, nella fascia compresa tra le due tre quarti campo il contrasto dubbio era quasi sempre contro i granata. Molto “Anni ‘80”. Anche molto attuale, in realtà.GESTIONE DISCUTIBILE DEI CARTELLINI - Non è condivisibile la gestione delle ammonizioni. Bergonzi è arrivato a Meggiorini e Lichtsteiner per un battibecco in mischia, ma il provvedimento avrebbe dovuto giungere ben prima per entrambi. Lichtsteiner è stato richiamato dall’arbitro dopo 5’ circa di gioco, ma ha avuto almeno altri 3 bonus prima di ricevere l’ammonizione.Glik, invece, è stato espulso per due falli frutto più dell’ottima vena teatrale e dalle veementi (e maliziose) proteste a strisce, che per la reale gravità dei contatti. Soprattutto il secondo “giallo” è arrivato dopo qualche secondo di riflessione, piuttosto tipico del fischietto genovese amante dei colloqui con la mano innanzi alla bocca. Certamente il polacco (a proposito, fatale ancora una volta – come a Cagliari – il suo girarsi sempre di spalle mentre l’avversario tira in porta) paga ormai la fama di “cattivone” dopo il fallo nel Derby d’andata.Capitolo “fuorigioco”. Nel primo tempo c’è stato un flipper nell’area di rigore del Toro con quasi-gol di Pogba; il francese è, invero, in posizione di fuorigioco non rilevato dall’assistente Nicoletti (sì, proprio colui che fece riscrivere la regola del fuorigioco dopo il gol di Trezeguet nel Derby del 2007); la situazione, tuttavia, non era semplice, mancando Gillet in porta in quel momento.E I RIGORI? - Capitolo “calci di rigore”. Primo rigore mancato: nel primo tempo su Glik letteralmente placcato da Chiellini (sempre lui..) in area su calcio d’angolo. Secondo rigore mancato: la trattenuta subita da Jonathas (con annessa espulsione) è stato un fallo che non ha limitato la giocata; Jonathas probabilmente non sarebbe comunque arrivato “in pieno” su quel pallone. Tuttavia, per platealità soprattutto, l’intervento avrebbe dovuto essere punito sebbene il “panterone” sia partito in fuorigioco.Ovviamente, subito dopo segnano gli altri. In pieno stile “Anni ‘80” Vidal calcia per la prima volta in tutta la gara e trova l’angolino. Un po’ come faceva la squadra di Trapattoni.4 PUNTI MANCANTI... DA QUANTO? - Chiudiamo con una riflessione: mancano 3-4 punti alla salvezza. Però, mancano da almeno 6 giornate. Vogliamo farli o no? Se, a fine stagione, una squadra vince o retrocede può essere sempre e solo colpa del destino “cinico e baro” oppure dei “gomblotti” di palazzo? I moduli di gioco possono essere cambiati e un centrocampo che ha degli attori volenterosi, ma tecnicamente non straordinari, può essere aggiunto di un elemento. Altrimenti, a San Siro la musica sarà di nuovo la stessa. E le ultime tre partite saranno una tortura che la truppa granata nemmeno si immagina, concentrata com’è sul fatto che “tanto ci mancano 3-4 punti”.Statisticamente le partite di calcio di decidono negli ultimi 15’ di gara. Se il nostro campionato fosse valutato sotto questo aspetto, credo che la posizione attuale sarebbe dietro al Pescara. Trascurare questo aspetto sarebbe imperdonabile, oltre che estremamente pericoloso.Carlo Bianchi
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L’arbitraggio nel derby e i favolosi anni ’80
Un arbitro granata? Ebbene si, qualcuno c'è, anche se, evidentemente, il caso vuole...© RIPRODUZIONE RISERVATA
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