"Attenzione: Novo non disponeva di illimitate finanze. Gestiva, con il fratello, l’azienda fondata da quest’ultimo. Ma le finanze che aveva, le amministrava benissimo. Questo fu il suo “segreto”.Come si costruisce una squadra vincente? Con il saggio utilizzo dei denari, appunto; e poi? Novo partì dall’organizzazione della sua società. Lungi dall’agire da accentratore, pur essendo dotato di notevoli qualità dirigenziali, si circondò di figure appassionate ma capaci. Scelse, umilmente, di guardare al modello più vincente, quello inglese; ingaggiò un dirigente esperto come Agnisetta, elesse Copernico come consigliere, e chiamò ex-giocatori dell’ultimo Torino vittorioso, quello del 1929 di cui sopra: Janni, Sperone, Ellena. E ancora, si affidò molto ai consigli del massimo esperto mondiale di calcio, Vittorio Pozzo. La società era fatta: bisognava decidere una guida tecnica.
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Le basi di un progetto
Questa settimana ci avvicina al 4 Maggio, data della più importante ricorrenza granata nonché di un impegno che può portare il Torino di oggi più vicino alla salvezza. Vorremmo, in questi giorni,...
"Leslie Lievesley fu chiamato ad occuparsi del settore giovanile. Stiamo parlando dell’ex-commissario tecnico della Nazionale olandese: questo fa capire quale attenzione Novo avesse deciso di rivolgere, da subito, al vivaio. Non deve stupire: se il Presidente fu soprattutto un oculato amministratore, quale scelta più oculata del far prosperare le giovanili, potenziale bacino tecnico quanto economico? Questo sottintendeva una programmazione a lungo termine. E Novo l’aveva progettata proprio a lungo, lunghissimo termine.Per la prima squadra, la scelta cadde su Ernest Egri Erbstein. Ungherese, ma già calciatore nella Serie A italiana, proveniva da un quinquennio alla Lucchese, che aveva portato dalla C1 alla A con due promozioni consecutive, installandola fino alla settima piazza della massima competizione. Tanto per continuare il parallelo con l’attualità, che ci permetta di comprendere meglio il passato, è come se oggi venisse chiamato alla guida della squadra un allenatore, giovane, reduce da uno di quei cosiddetti “miracoli” del calcio che ogni tanto accadono. Una scelta coraggiosa: un 41enne, reduce però da un’ampia gavetta.
"Probabilmente, pochi, se non nessuno, possono intuire. Ma in società sanno, o confidano, o per lo meno sperano; intanto, lavorano…
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