di Edoardo Blandino
toro
Lerda non ha potuto contare sui giocatori richiesti
di Edoardo Blandino
Con quale spirito possano tornano i giocatori ad allenarsi è difficile da dire. I granata sono reduci dall’ennesima sconfitta in campionato. Ormai la casella...
Con quale spirito possano tornano i giocatori ad allenarsi è difficile da dire. I granata sono reduci dall’ennesima sconfitta in campionato. Ormai la casella delle gare perse segna il numero 6, mentre quella dei match totali disputati indica 11. Questo significa che più del 50% delle partite giocate dai granata in questo campionato è terminata con una disfatta. Ormai tutte le possibili certezze che si erano fragilmente costruite con grande difficoltà sono state spazzate via da una crisi incombente e impossibile da nascondere. Neppure Lerda è riuscito a rimettere in carreggiata una squadra allo sbando che ha cambiato ancora una volta quasi tutta la rosa.
Il mister aveva esplicitamente chiesto alcuni giocatori per il suo modulo che però non sono arrivati. Il tecnico granata voleva un uomo in mezzo al campo in grado di fare bene sia la fase offensiva che quella difensiva. Il giocatore individuato era Magnanelli del Sassuolo, però il Torino non è riuscito a strapparlo ai neroverdi. Poi si è provato a portare sotto la Mole Milanetto, ma lì è stato il genoano a giocare al rialzo sul contratto. Dopodiché l’allenatore nato a Fossano aveva chiesto Gabionetta, ma la dirigenza di via Arcivescovado ha tirato troppo la corda e tutto è saltato. E pensare che il Crotone a fine campionato lo aveva proposto direttamente al Torino, ma i granata avevano fatto una controproposta definita «quasi offensiva» dal presidente dei calabresi. In realtà, l’intenzione era quella di prenderlo dall’Hortolandia (società brasiliana in cui militava il ragazzo) per circa 300 mila euro. Non è arrivato nessuno di questi uomini esplicitamente richiesti da Lerda. In mezzo al campo si è cercato di rattoppare prendendo due incontristi come De Vezze e De Feudis, sperando che fossero in grado di reggere l’urto di una piazza come Torino. Nella posizione di trequartista si è cercato di fare di necessità virtù, provando prima Belingheri, poi Obodo ed in fine Iunco, ma senza trovare una soluzione definitiva.
Quello di oggi non assomiglia affatto ad un Toro. Sembra più un gattino che si lecca le ferite. I segni della battaglia hanno minato le poche convinzioni del gruppo. Si cerca di trovare una soluzione, ma il futuro sembra ancora più grigio del presente. Lerda è ormai ad un passo dall’addio e se non riuscirà a tirare qualcosa fuori dal cilindro entro le due prossime partite contro Bari (Coppa Italia) e Ascoli (campionato) saluterà il gruppo. Purtroppo il mister granata ha mostrato diversi limiti in questo avvio di stagione, anche se non tutte le colpe sono sue. Da ormai diversi anni a questa parte ogni allenatore che si siede sulla panchina del Torino non riesce a rendere. Eppure con tutti i tecnici che sono passati, è possibile che neppure uno fosse capace? Forse non è un problema di mister o di rosa. Forse è un problema che va ricercato a monte, in società. Ad un certo punto, se tutti gli allenatori e tutti i giocatori falliscono, è giusto che la dirigenza si ponga qualche domanda. L’avranno capito?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Edoardo Blandino
Con quale spirito possano tornano i giocatori ad allenarsi è difficile da dire. I granata sono reduci dall’ennesima sconfitta in campionato. Ormai la casella...
Con quale spirito possano tornano i giocatori ad allenarsi è difficile da dire. I granata sono reduci dall’ennesima sconfitta in campionato. Ormai la casella delle gare perse segna il numero 6, mentre quella dei match totali disputati indica 11. Questo significa che più del 50% delle partite giocate dai granata in questo campionato è terminata con una disfatta. Ormai tutte le possibili certezze che si erano fragilmente costruite con grande difficoltà sono state spazzate via da una crisi incombente e impossibile da nascondere. Neppure Lerda è riuscito a rimettere in carreggiata una squadra allo sbando che ha cambiato ancora una volta quasi tutta la rosa.
Il mister aveva esplicitamente chiesto alcuni giocatori per il suo modulo che però non sono arrivati. Il tecnico granata voleva un uomo in mezzo al campo in grado di fare bene sia la fase offensiva che quella difensiva. Il giocatore individuato era Magnanelli del Sassuolo, però il Torino non è riuscito a strapparlo ai neroverdi. Poi si è provato a portare sotto la Mole Milanetto, ma lì è stato il genoano a giocare al rialzo sul contratto. Dopodiché l’allenatore nato a Fossano aveva chiesto Gabionetta, ma la dirigenza di via Arcivescovado ha tirato troppo la corda e tutto è saltato. E pensare che il Crotone a fine campionato lo aveva proposto direttamente al Torino, ma i granata avevano fatto una controproposta definita «quasi offensiva» dal presidente dei calabresi. In realtà, l’intenzione era quella di prenderlo dall’Hortolandia (società brasiliana in cui militava il ragazzo) per circa 300 mila euro. Non è arrivato nessuno di questi uomini esplicitamente richiesti da Lerda. In mezzo al campo si è cercato di rattoppare prendendo due incontristi come De Vezze e De Feudis, sperando che fossero in grado di reggere l’urto di una piazza come Torino. Nella posizione di trequartista si è cercato di fare di necessità virtù, provando prima Belingheri, poi Obodo ed in fine Iunco, ma senza trovare una soluzione definitiva.
Quello di oggi non assomiglia affatto ad un Toro. Sembra più un gattino che si lecca le ferite. I segni della battaglia hanno minato le poche convinzioni del gruppo. Si cerca di trovare una soluzione, ma il futuro sembra ancora più grigio del presente. Lerda è ormai ad un passo dall’addio e se non riuscirà a tirare qualcosa fuori dal cilindro entro le due prossime partite contro Bari (Coppa Italia) e Ascoli (campionato) saluterà il gruppo. Purtroppo il mister granata ha mostrato diversi limiti in questo avvio di stagione, anche se non tutte le colpe sono sue. Da ormai diversi anni a questa parte ogni allenatore che si siede sulla panchina del Torino non riesce a rendere. Eppure con tutti i tecnici che sono passati, è possibile che neppure uno fosse capace? Forse non è un problema di mister o di rosa. Forse è un problema che va ricercato a monte, in società. Ad un certo punto, se tutti gli allenatori e tutti i giocatori falliscono, è giusto che la dirigenza si ponga qualche domanda. L’avranno capito?
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