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L’Hellas gioca in verticale e vive di fiammate: il Toro può far leva sulle fasce

TURIN, ITALY - JANUARY 06: Gleison Bremer of Torino F.C. battles for possession with Antonin Barak of Hellas Verona F.C. during the Serie A match between Torino FC and Hellas Verona FC at Stadio Olimpico di Torino on January 06, 2021 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

I Temi Tattici in vista della partita di domenica tra il Verona di Juric e il Torino di Nicola

Andrea Calderoni

La verticalità è l’aspetto più significativo dell’Hellas di Juric. Il tecnico dei veneti, sanguigno e passionale, fa dell’agonismo della sua squadra la caratteristica principale. Non ama far perdere tempi di gioco ai suoi uomini. Proprio per questo lo sterile possesso palla non è nel Dna degli scaligeri da due stagioni a questa parte. La verticalizzazione, dettando la profondità, è l’arma sulla quale si fonda gran parte del gioco offensivo dell’Hellas. Anche in questa prospettiva a gennaio è stato preso dall’Udinese un attaccante che ama aggredire gli spazi come Lasagna (i suoi problemi in questa stagione si sono verificati principalmente sotto porta dove non è stato quasi mai cinico). Non sorprende, dunque, che solamente il Benevento in Serie A tiene meno il pallone rispetto all’Hellas. I ragazzi di Juric mediamente mantengono il possesso per 23’12” a gara. Tra l’altro nella metà campo avversaria con il pallone nei piedi ci stanno pochissimo, circa 10 minuti a match; eppure sono riusciti a mettere a segno 41 reti, ovvero 1.21 di media a giornata.

FIAMMATE - L’Hellas, pertanto, vive di rapide fiammate. Il 3-4-2-1 di Juric è ormai ampiamente collaudato. Tra le linee i veneti sanno far male e hanno soprattutto parecchie pedine in grado di ribaltare velocemente il fronte. Un raccordo fondamentale, ad esempio, è quel Barak accostato la scorsa estate anche al Torino per rafforzare il centrocampo di Marco Giampaolo. Barak si è confermato a Verona un centrocampista moderno, capace di svolgere nel migliore dei modi le due fasi. Recupero palla e ribaltamento del fronte senza fronzoli, dunque, sono i capisaldi della filosofia di Juric. Per adottare questo tipo di strategia l’Hellas è costretto a correre parecchio. D’altro canto tiene poco il pallone, ma copre tutto il campo per riprenderlo il prima possibile. Per numero di chilometri corsi il Verona è ottavo; per intenderci con i suoi 109.316 km fa meglio dell’Atalanta ed è dietro per un’inezia alla Juventus.

 VERONA, ITALY - FEBRUARY 15: Federico Dimarco of Hellas Verona F.C. celebrates with teammates after scoring their team's first goal during the Serie A match between Hellas Verona FC and Parma Calcio at Stadio Marcantonio Bentegodi on February 15, 2021 in Verona, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

SPECULARI - L’Hellas di Juric non è quindi così dissimile dal Torino. Anche i granata prediligono un gioco concreto privo di fronzoli. Prediligono la giocata in verticale piuttosto che quella sterile in orizzontale. Prediligono, insomma, lasciare il pallino all’avversario per poi distendersi in ripartenza. Il centrocampo granata ritroverà la qualità di Mandragora e di Verdi al “Bentegodi” e sarà molto importante per fronteggiare nel migliore dei modi la fisicità degli scaligeri. L’altra arma da sfruttare in casa granata, come sempre, soprattutto da quando siede sulla panchina Davide Nicola, saranno le corsie esterne. Ansaldi sta vivendo un grande momento di forma e sulla sinistra sarà chiamato nuovamente a mettere palloni interessanti per la coppia d’attacco.