L’anno scorso il Torino di Colantuono aveva iniziato il campionato alla grande. Le vittorie nelle prime giornate avevano fatto sognare i tifosi, ma allo stesso tempo avevano anche illuso tutto l’ambiente di poter seguire un facile cammino fino alla fine. Purtroppo non è stato così. E ben presto la squadra ha dovuto aprire gli occhi confrontandosi con la cruda realtà: il troppo entusiasmo aveva abbassato l’attenzione ed il passo verso il baratro era stato breve.
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Mantenere un low-profile
L’anno scorso il Torino di Colantuono aveva iniziato il campionato alla grande. Le vittorie nelle prime giornate avevano fatto sognare i tifosi, ma allo stesso tempo avevano anche illuso tutto...
Oggi l’inizio di stagione è stato differente. Due sconfitte ed un pareggio nelle prime tre partite hanno subito obbligato l’ambiente ad un grande bagno di umiltà. La squadra è profondamente cambiata rispetto all’ultimo campionato ed in pochi avevano vissuto l’incredibile crisi ed il grande sforzo per la rimonta. In pochi sapevano cosa significasse giocare in Serie B nel Torino.
Dopo tre giornate è ricominciata la contestazione, seppur con toni meno accesi rispetto al passato. Ogni elemento in squadra ha vissuto sulla propria pelle il clima poco sereno ed ha subito capito di non potersi permettere passi falsi. Ecco perché dopo la vittoria con il Sassuolo tutti si sono concentrati subito sul match successivo. L’ultimo campionato, nonostante le dichiarazioni di rito, si è spesso vista una squadra troppo sicura di sé e la sconfitta contro la Salernitana ne è stata una delle tante prove.
Non abbiamo la bacchetta magica. Non sappiamo cosa ne sarà del Torino in futuro, nè sappiamo quanto potrebbe durare. Quello che possiamo constatare, però, è che pare essere cambiato qualcosa negli approcci alle gare. Non possiamo dire quanto dipenda dalla società, dall’allenatore o dal carattere dei singoli giocatori, ma i granata si sono resi conto degli incredibili pericoli che si celano dietro ogni partita. Le brutte prestazioni iniziali hanno lasciato il segno. Nessuno vuole più vivere situazioni simili.
(Foto: M. Dreosti)
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