Il Torino è uscito sconfitto dal derby con il punteggio di 1-3 a favore della Juventus: una partita che ha avuto molto da dire, che è stata avvincente fino alla fine, e che sarà importante per il futuro della squadra granata se analizzata nel modo giusto. Nel confronto diretto tra allenatori, scontato che mister Allegri abbia superato il collega, ma è necessario far capire come e dove ci sia stato un lavoro migliore da parte del tecnico bianconero rispetto a quello serbo.
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Mihajlovic, i cambi stavolta sono discutibili: vince Allegri il confronto
Testa a Testa / Il tecnico bianconero vince anche grazie alla scelta di fare entrare a partita in corso Dybala e Pjanic. Tempistiche e scelte degli uomini delle sostituzioni granata fanno discutere
La partita, nel primo tempo, è stata di sostanziale parità, con le due squadre che non riuscivano a sopraffare l'altra e con Higuain che ha risposto subito al guizzo di Belotti. Stessa cosa si può dire della ripresa, con anzi il Toro che ha dato l'impressione di poter essere più pericoloso; il match è cambiato poi negli ultimi 10 minuti di partita. Allegri ha effettuato dei cambi appropriati e dilazionati nel tempo, introducendo in campo forze fresche come Dybala, Pjanic e Lemina, dando vigore alla squadra che poi ha messo all'angolo il Torino. Certo, l'obiezione secondo la quale è facile azzeccare i cambi quando si hanno giocatori di questa qualità in panchina è fondata, ma la bravura di Allegri è stata nello scegliere il momento adatto per innestare ulteriore qualità e soprattutto la decisione di tenersi in panchina giocatori come Dybala e Pjanic, da far entrare a gara in corso per cambiare gli equilibri della partita. Le scelte di Mihajlovic sulle sostituzioni, invece, sono discutibili, non foss'altro perchè da quel momento in poi il Toro ha perso la partita.
Per più di 80 minuti il tecnico serbo non ha cambiato nessuno, perché ha visto come la squadra riuscisse ancora trovarsi bene: nel secondo tempo era stato il Toro ad avere le palle gol più nitide. Tuttavia la stanchezza ha cominciato a farsi sentire, e ha deciso di inserire Acquah al posto di Baselli. Immediatamente pochi secondi dopo è pronto un doppio cambio, fuori Benassi e Iago, dentro Boyè e Martinez. Il cambio è sicuramente audace, pensato andare a vincere questo derby, e l'atteggiamento è sembrato da premiare, tuttavia è accaduto qualcosa. La squadra granata, dopo la pausa di quasi due minuti per i quattro cambi (nella Juve era entrato contestualmente anche Pjanic per Cuadrado) stacca la spina, e la Juventus diventa padrone del campo: Higuain segna, e a quel punto i cambi fatti risultano inutili, per una squadra che non riesce a riorganizzarsi.
Una caratteristica del tecnico gramata ormai è chiara: pensare sempre a vincere, con rischiosi cambi offensivi effettuati quando molti altri colleghi nemmeno se lo sognerebbero. Sicuramente ammirevole. Tuttavia, contro la Juventus probabilmente non c'era bisogno di inserire un altro uomo offensivo: la squadra si stava rendendo pericolosa così come era e dietro non stava correndo rischi. Forse (ma è tutto da dimostrare) con un centrocampista in più la squadra non sarebbe stata così sfilacciata su quel lancio lungo di Chiellini trasformato in oro dal Pipita. In più, si può discutere sulla tempistica dei tre cambi: praticamente tutti e tre contemporanei, al fine di inserire una dose massiccia di freschezza atletica. Ma la pausa prolungata, col senno di poi, forse ha contribuito a rompere inerzia del match e concentrazione nei giocatori granata.
Detto che la prima causa della sconfitta patita dal Torino nel derby è la maggior qualità e profondità della rosa bianconera, a conti fatti tutto è cambiato dal momento dei cambi in poi: ora sta a tecnico e squadra capire se ci sia stata correlazione tra le sostituzioni effettuate e il risultato finale.
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