"Il vento, che quando soffia arrabbiato, contribuisce a spargere in città un delicato sapore di salsedine. Il mar Mediterraneo. Un clima mite tutto l'anno. L'Etna, che quando si sveglia, regala ai fotografi uno spettacolo impareggiabile. Ottima tradizione eno-gastronomica: un mix perfetto, che ha reso la città di Catania un bellissimo posto dove trascorrere qualche giorno di relax, lontano dalle nebbie e dall'umidità del nord. Parallelamente, nella Sicilia del pallone si è sviluppato un fenomeno analogo, curioso e che merita, senza dubbio, di essere approfondito: il modello Catania. Questa frase fatta dice tutto e niente. Che cos'è, il modello Catania? Sostanzialmente: un modo intelligente di gestire una società. Più in profondità: una filosofia. Tutto nacque nel 2004, quando Antonino Pulvirenti, imprenditore di successo, acquistò la società sull'orlo del fallimento. Una scelta che, negli anni a seguire, diede lustro notevole all'Elefante. In pochi anni, economicamente parlando, il Catania è diventata una delle poche società a chiudere in attivo il bilancio annuale, ponendosi come esempio di correttezza e professionalità. Sportivamente parlando, i risultati sono andati di pari passo con la maturazione societaria. Il trionfo, l'anno scorso, quando la squadra riuscì addirittura a bussare alle porte dell'Europa. Quest'anno, però, il giocattolo che ha incantato per anni sembra essersi rotto. Se a inizio anno iniziava a scricchiolare, adesso pare irreparabile. I motivi?
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Catania: ascesa e declino di un modello sportivo
Dall'orlo del fallimento, alle porte dell'Europa: il Catania in dieci anni ha fatto passi enormi. Sia a livello societario, che sportivo. Però, qualcosa si è rotto...
"LA COLPA NON E' DELL'ALLENATORE Le cose non vanno bene? La prima testa a saltare è sempre quella dell'allenatore. In ogni angolo del mondo, l'allenatore è il primo a pagare per gli errori commessi da altri. Anzi. L'allenatore è forse, l'ultimo responsabile della disfatta di una squadra. Rolando Maran, dopo un lungo peregrinare, è giunto sulla panchina del Catania nell'estate del 2012. Nel primo anno alla guida degli etnei, ha stabilito un record incredibile: quello di punti conquistati in Serie A, ben 56.
"SFOLTIMENTO DELLA ROSA, SENZA SOSTITUTI ALL'ALTEZZA E' facile cedere alle lusinghe. E' facile cedere al profumo dei soldi. Soprattutto se vengono da un oligarca ucraino, pronto a sborsare milioni pur di averti. Chiedere ad Alejandro Gomez, in arte El Papu, volato tra le braccia del freddo dell'est Europa, per giocare nel Metalist di Kharkiv, città a due passi dal confine russo. 7 milioni a Pulvirenti, 2 all'anno per quattro anni al giocatore? Come si poteva rifiutare? Si poteva, con uno sforzo economico non indifferente, regalando alla città e ai tifosi un altro anno di calcio ad alti livelli. Ma non è stata solo la partenza dell'argentino a indebolire la squadra. L'addio di Marchese, ottimo terzino di spinta, ha influito molto. E se le minestre riscaldate non sono mai buone, inutile è stato il ritorno di Francesco Lodi, tornato alle falde dell'Etna dopo 6 mesi deludenti a Genova. Certo, è difficile trattenere quei giocatori che puntano i piedi per andarsene. E quando succede, bisogna farsi trovare pronti. Cosa che, agli osservatori sparsi in tutto il sud America, non è riuscito. Nemmeno al mago Cosentino. E i risultati, come recita la classifica, sono disastrosi.
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