Marco Liguori
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Moggi ricorre al Tar
Marco Liguori
"Signori giudici del Tar, annullate le sentenze della Corte federale", firmato: gli avvocati di Luciano Moggi. Ieri mattina è stato depositato a Roma, nella cancelleria del Tar del Lazio, il...
"Signori giudici del Tar, annullate le sentenze della Corte federale", firmato: gli avvocati di Luciano Moggi. Ieri mattina è stato depositato a Roma, nella cancelleria del Tar del Lazio, il ricorso d’urgenza contro la Figc, il Coni e il ministero dello Sport, preparato dai legali del collegio difensivo dell’ex direttore generale della Juventus. L’organo giudicante ha fissato l’udienza per il 22 agosto: l’eventuale appello al Consiglio di Stato dovrebbe tenersi il 29 agosto. Nelle 45 pagine, di cui La Padania può illustrarne in esclusiva il contenuto, chiede l’annullamento della sanzione dell’inibizione per cinque anni, con proposta di radiazione e l’ammenda di 50mila euro, irrogata dall’organismo di appello della giustizia sportiva. Ma c’è anche un colpo di scena: i legali di Moggi chiedono "il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia delle comunità europee – si legge nel ricorso – dei provvedimenti in base ai quali sono stati affidati i servizi di intercettazione e trascrizione delle conversazioni in cui il ricorrente è coinvolto, al fine di verificarne la compatibilità con le disposizioni del Trattato e del diritto derivato in materia di appalti pubblici di servizi e di aiuti di stato idonei a sfalsare la concorrenza". Tradotto dal "giuristese" significa che Moggi punta ad inficiare, tramite il ricorso alla Corte di Giustizia dell’Ue, il sistema di raccolta e gestione delle intercettazioni telefoniche, che sono servite a montare l’impianto accusatorio nei due gradi del processo sportivo. Gli avvocati dell’ex dg bianconero sostengono che la procedura di acquisizione dei servizi di affidamento a Telecom Italia del progetto "Super Amanda", ossia quello delle intercettazioni, sia contraria alle direttive 92/50 e 2001/78 dell’Ue in materia di appalti di forniture e servizi. Questo perché, si legge nel testo, "non si è proceduto alla scelta del progettista e/o dell’aggiudicatario del sistema di captazione e raccolta delle intercettazioni né secondo il criterio del prezzo più basso, né secondo quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa".
Riguardo all’annullamento della sentenza della Corte federale, i legali contestano un fatto, a loro dire, fondamentale. "Ci accorgiamo con immediatezza che sia la Caf, sia la Corte federale – scrivono gli avvocati – sono tutto meno che terzi e imparziali". Anzi, i difensori di Moggi incalzano le corti, evidenziando che "per quanto è noto, costituiscono veri e propri collegi (pseudo)giudicanti costituiti ad hoc per quello specifico incarico, con buona pace del principio del Giudice naturale, terzo e precostituito". In pratica, ciò vuol dire che gli avvocati mettono in dubbio l’imparzialità dei giudici della Caf, sia di primo grado che quelli dell’appello. Gli avvocati hanno contestato a più riprese il ruolo di "capro espiatorio" di Moggi. Infine, nel ricorso si sottolinea che "Moggi e l’ad Giraudo sono stati condannati per violazione dell’articolo 6, ovvero per atti diretti a condizionare svolgimento o risultato di gare della Juventus. Quali gare? Non pervenuto. Attraverso quale arbitro, se sono stati tutti assolti?".
Articolo pubblicato su "La Padania" il 5 agosto 2006
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