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Nella nostra ignoranza…

di Alessandro Salvatico

Tra i ben noti cinquanta e fischia milioni di allenatori presenti in Italia è evidentemente compreso anche chi scrive. E mi preme dire che -credo sia pensiero condivisibile-...

Redazione Toro News

di Alessandro Salvatico

"Tra i ben noti cinquanta e fischia milioni di allenatori presenti in Italia è evidentemente compreso anche chi scrive. E mi preme dire che -credo sia pensiero condivisibile- tanto è odiosa l’affermazione “ci arrivavo anch’io” quanto il frequente “lo sapevo”.Ma, a volte, è inevitabile non stupirsi.

"Vedendo Stellone e Bianchi, ieri, alla maggior parte degli spettatori sono passati per la mente pensieri simili. La coppia d’attacco granata ha fatto quello che non si era mai visto in questa stagione granata, e forse anche prima (per trovare due attaccanti che “funzionino” contemporaneamente bisogna andare parecchio indietro con la memoria, o gli almanacchi). Stellone ha fatto la seconda punta: privo di uno solo degli elementi del repertorio richiesto (il tiro in porta), ha occupato gli spazi giusti accanto e dietro al compagno, con la ciliegina dell’assist al bacio condito da caparbietà nell’azione.

"Bianchi ha fatto di tutto e di più. Da quanto non vedevamo un centravanti con una presenza tanto importante, al centro dell’attacco granata? Cerca colpi di alta classe, il che è evidentemente importante quando li trova (gol) ma anche quando li sfiora soltanto (sintomi di grande condizione comunque); aiuta i compagni con generosità tale da finire terzino sinistro (segno di spirito di squadra 100%); mostra condizione atletica brillante, correndo fino all’ultimo istante (tanto da far dimenticare i colpi subiti in allenamento in settimana).

"Il pensiero semplice che passa per la mente degli spettatori, dunque, è qualcosa di simile ad un “ci voleva tanto” (sottinteso: “a farli giocare insieme”)? Inevitabile riflettere su quanto si sarebbe potuto fare prima, nel corso della stagione, per evitare di ritrovarsi a questo punto adesso. Probabilmente, puntare su quella che pare senza molte alternative la miglior coppia offensiva avrebbe permesso ai due attaccanti di conoscersi e migliorare l’intesa. Eppure, i predecessori di Camolese non l’hanno praticamente mai fatto (due volte De Biasi -contro il Milan, miglior Toro di stagione, e un tempo contro il Siena- e nessuna Novellino, pur privo di Amoruso).

"Il calcio di Camolese è intelligente e semplice, fatto di scelte ponderate, coraggiose (Colombo) ma, soprattutto, semplici, non cervellotiche, e alla lunga senz’altro vincenti. Il tempo purtroppo stringe, il piccolo mister è arrivato molto tardi; anche la classifica stringe, si accorcia, fa sudare il Chievo, e la vittoria del Bologna sul Genoa fa capire che oggi non si è fatto nulla, di nuovo, come diceva lo stesso allenatore dopo il Catania. Ci vorranno altre partite indovinate, e magari anche qualche impresa inaspettata, da tentare subito, già a Firenze, perché una squadra che non vince una partita in trasferta in tutto il campionato e non retrocede sarebbe statisticamente un’eccezione rarissima.