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”Non sarò mai io il problema del Toro”

Urbano Cairo parla chiaro e diretto a fine gara. Si rende conto della situazione di difficoltà, della squadra e sua personale, ma ha una richiesta da fare ai tifosi: "Unità". Questa la parola più...

Redazione Toro News

Urbano Cairo parla chiaro e diretto a fine gara. Si rende conto della situazione di difficoltà, della squadra e sua personale, ma ha una richiesta da fare ai tifosi: "Unità". Questa la parola più ripetuta dal presidente. "Mi rendo conto di avanzarla in un momento in cui la curva della mia popolarità tocca un punto basso. Me ne rendo conto, assolutamente. Ma è l'unica strada per uscire dalle difficoltà".Il patron granata si pronuncia poi sulla contestazione: "Non mi sembra abbia portato beneficio. I giocatori ne risentono, altro che no! Non tutti allo stesso modo, ognuno ha la propria sensibilità, ma c'è chi soffre e ne patisce; poi, alla fine, la palla scotta e non si riesce più a combinare nulla. Dopo il gol, e la successiva contestazione, praticamente in molti non hanno più giocato. Io dico: la partita dura 90 minuti. Se si perde, si contesti pure, alla fine, se si vuole. Ma prima, è controproducente, davvero non è utile per cambiare la situazione, se è questo che ci vuole".Sulla società e su se stesso, è altrettanto esplicito: "La società, l'ho già detto, è completa. Magari non è ridondante o ricca come altre, ma le figure chiave ci sono tutte, sono tutti ruoli coperti. Manca un team manager? Io non credo che possa essere una cosa decisiva, ma l'ho già ripetuto: prendiamolo! Se serve, non è questo che mi cambia i bilanci, prendiamolo pure. Io? Io non sono qui per sempre. Ma non c'è un grande gruppo americano che sia interessato a rilevare il Torino, attualmente, mi spiace. Allora il Toro è in vendita? No, non è in vendita. Io sono arrivato qui quattro anni fa, chiamato da altri, per salvare una società. C'era stata l'adesione al Lodo Petrucci, ma ci voleva altra: feci subito una ricapitalizzazione di 10 milioni di euro, ci volevano poi fidejussioni importanti e dovetti farne per altri 15 milioni; non perché ne avessi bisogno, ero già un imprenditore di successo, a capo del secondo gruppo editoriale italiano per numero di riviste vendute, mi sono forse fatto conoscere un po' di più ma se la popolarità è quella che arriva in questo modo, con i risultati che vedete, non è che serva a molto. L'ho fatto per amore del Toro. "Vogliamo un presidente", dicono; se ne hanno uno, lo portino pure; perchè io non sarò mai, mai il problema del Toro. Questo vorrei fosse chiaro". E infine, ancora l'invito iniziale: "Chiedo unità. Il resto non serve: al Toro serve unità, di tutti".