"Io vi affido un pensiero pazzo che vorrei tenere per me, ma essendo pazza anch'io lo condivido con dei pazzi come voi.Sapete perché ci tormentiamo nelle alterne vicende del Toro?Semplicemente perché ci proiettiamo in lui.A lui abbiamo affidato la rivalsa delle nostre frustrazioni e l'identificazione dei nostri successi. In lui misuriamo la fatica di vivere, la difesa delle radici e le istanze di un futuro rassicurante.A volte il Toro è un figlio, che difendiamo oltre la logica e al di là del lecito; in altri casi è un padre, a cui va la riconoscenza per la nobiltà della dottrina appresa; nei momenti peggiori è un nonno esausto che ci racconta epiche tenzoni di giostre medievali scandite in un giorno.E' fatale che le molecole granata si confondano con l'elica del dna di ciascuno di noi, e questa semplice contaminazione molecolare concorre a generare una fatale somiglianza: non nei tratti somatici, ma nel modo di reagire e di interpretare gli eventi.Chi si ribella al masochismo e alla depressione psicotica, cade nell'irrimediabile falla opposta, ovvero la cieca euforia che confonde i limiti e inventa allucinazioni ma poi, nel crogiuolo ardente, ci ritroviamo tutti insieme a rattoppare ciascuno le ferite dell'altro. Cerchiamo nel Toro quel che la vita ci toglie e, più la via di casa si fa dura, più pretendiamo da lui l'antidoto per resistere. Sarebbe accettabile una tale sovrapposizione se dalla partita fossero esclusi i bari, ma come accade negli uffici, nei negozi, nelle fabbriche, nelle aziende, negli studi, il mazzo di carte è truccato e sotto i tavoli verdi ristagna il putridume: si scalpita, si inveisce, si ulula alla luna, ma fatalmente ci si adegua.Siamo stanchi, sfiniti; da troppi anni rosoliamo in un girarrosto che non dà segnali di tregua, e il tormento è rateizzato in piccole immancabili dosi quotidiane che ci intossicano il sorriso. Intorno a noi si muovono personaggi sgradevoli che però determinano il pensiero corrente; agiscono figuri corrotti e menti perverse, e mentre noi sventoliamo la bandierina granata, qualcuno ha trasformato il calcio nel più losco degli affari sporchi, manipolando l’animo e la semplicità del sentimento sportivo. Siamo tornati nel ventre materno giocando una serie “B” umiliante per la storia di questa maglia e della sua effigie; contrazioni insufficienti ci hanno obbligati al cesareo dei playoff e la nuova vita ci ha accolti con uno scandalo epocale, prontamente annacquato. Ora siamo nuovamente sull’orlo del baratro, ma qualcosa non mi convince, e io credo che gli stenti condivisi vadano oltre i buchi della difesa o i mancati tiri in porta. Penso che in noi stia ribollendo l’insieme di un disagio complessivo, dove vettori impazziti mischiano la rabbia sociale alla barbarie del campanile, dove c'è una spirale invisibile che ci attrae e ci respinge.E' un'impresa disperata comporre uno scritto per spiegare quel che non si sa, ma che si avverte e io sento avanzare lo scalpiccio dei malumori e della rassegnazione, il suo insinuarsi fra gli scaffali allineati e i cassetti intonsi, come se un monsone costringesse il villaggio a sbarrare porte e finestre.Colgo in giro una voglia di silenzio, di vuoto, la tentazione di rintanarsi nella scatola nera che è in noi per lasciare ai posteri gli ultimi disperati messaggi. So che a tutti noi attrae la normalità che al Toro è negata, ma basterebbero quattro eventi, bada bene di un colore solo, per accendere i falò e inanellare filastrocche aspettando Godot … suvvia, abbiamo respirato la tormenta, arginato le frane e addomesticato i fulmini; abbiamo collaudato la profondità di tutti i crepacci disponibili, bivaccando in parete come acrobati riciclati; abbiamo confuso l'aurora con il tramonto e il rifugio con il baratro, e vogliamo gettare la spugna proprio adesso? Giammai!!Allo stato attuale abbiamo perso tutto quello che era possibile perdere tranne l'amore per la maglia, pertanto non ci rimane, come dice il buon Camola, che ricompattarci ancora una volta con la speranza di raggiungere il non facile obiettivo del quart’ultimo posto che significa restare in “A”. Linfa vitale, a detta di molti, per un futuro più roseo e competitivo. Poi magari potrà iniziare il tempo dei bilanci, delle spiegazioni e dei perché. L'importante è che sia fatto con il cuore puro e la buona fede, che c'è sicuramente nei tifosi granata, meno da parte di chi sul Toro ci campa, perché il calcio finisce quando una partita smette di essere una semplice partita e magari diventa una guerra, o una truffa, o una commedia.Il Toro invece è vivo e continua a respirare per le forze misteriose che lo preservano dal trapasso, e in questa inerzia di fede ciascuno di noi scinde l'atomo e produce energia.
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Nonostante tutto il toro è sempre vivo
Io vi affido un pensiero pazzo che vorrei tenere per me, ma essendo pazza anch'io lo condivido con dei pazzi come voi.
Sapete perché ci tormentiamo nelle alterne vicende del Toro?
Semplicemente perché ci proiettiamo...
Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.http://www.babyfabiola.splinder.com
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