toro

Ora o mai piu’

di Michele Ferrero
Quando una squadra butta via un doppio vantaggio in pochi minuti viene di norma accusata di...

Redazione Toro News

di Michele FerreroQuando una squadra butta via un doppio vantaggio in pochi minuti viene di norma accusata di immaturità, di incapacità di gestire il risultato. Ed in base al verdetto finale, di solito insoddisfacente perché in campionato non ci sono i tempi supplementari, si tende poi a calcare la mano. Accusando e criticando. Questa volta però, giuro che non c’entra il lieto fine della vicenda, mi sento di assolvere completamente giocatori e tecnico, perché il calo di tensione che ha portato il Rimini ad agguantare il pareggio è frutto di una superiorità nettissima dimostrata sugli avversari, situazione se non rara perlomeno anomala nelle proporzioni. Da molto tempo al Toro non succedeva, e questo fatto, parlando anche da tifosi, non può che confortare: la differenza di categoria tra noi ed il Rimini è parsa evidentissima in ogni situazione di gioco, mentre fino a pochi mesi fa erano i nostri eroi a concedere troppo spesso ai rivali la possibilità di un allenamento agonistico. Il dominio granata ha permesso a Novellino di fare esperimenti in quantità, inserendo tre giovani e ruotando più volte i giocatori nei vari ruoli del 4-4-2. Solo per fare un esempio Vailatti ha giocato a destra, in mezzo ed a sinistra. Occasioni del genere non capitano spesso agli allenatori: se non si prova qualche soluzione alternativa in coppa Italia, in casa col Rimini ed in vantaggio di due gol, difficilmente si troveranno tempo e coraggio per farlo in seguito. Ora o mai più. Questo ho pensato dagli spalti della Maratona prima ancora che il fattaccio succedesse: ovvio che poi mi sono arrabbiato lo stesso quando abbiamo preso gol, ma ad infastidirmi erano stati più che altro alcuni giochetti insistiti tentati dai nostri (Rosina in primis) piuttosto che i pasticci difensivi che hanno allungato la partita. Ma anche in questo caso può valere lo stesso discorso: a ragazzi di 22 anni, bravi tecnicamente e sempre assillati da esigenze tattiche legate al risultato, non pareva vero di potersi divertire con la palla, per una volta senza pressioni.Il nostro fuoriclasse però si è fatto perdonare, ha reso memorabili i tempi supplementari, ed è un vero peccato che non ci fosse la tv a raccontare le sue giocate anche ai tanti tifosi granata lontani dallo stadio. Dopo un’ingiusta ammonizione nel recupero (tunnel in area e rigore negato) ha giocato con rabbia, si è messo in testa di risolvere la partita da solo e ci è riuscito. I limiti di Alessandro sono probabilmente ancora inesplorati, vanno oltre di partita in partita. Oggi ha fatto vedere almeno due gioielli che da soli valgono il prezzo del biglietto. Prima la traversa colta con un tocco di interno (davvero maradonesco per come ha alzato la gamba imprimendo l’effetto alla palla) poi la sassata dai venti metri sulla quale il portiere manco si è mosso. Due prodezze molto diverse tra loro, unite però dal fatto che non possono essere eseguite da uno qualunque. La differenza tecnica tra lui e gli altri è sembrata aumentare proprio quando, dopo 97 minuti, la stanchezza avrebbe potuto farsi sentire. Rino Tommasi, parlando di tennis e boxe, sostiene che alla lunga chi ha classe fatica di meno. Mi sa che vale in tutti gli sport.