"A questo va aggiunta la mancanza di un sano spirito di corpo, del tremendismo che da sempre è patrimonio di questa società e che portava agli occhi da tigre di Asta anni fa, oppure alla rabbia di Nicola lo scorso anno, quando tutta la squadra è riuscita ad andare oltre i propri limiti. E’ vero gli assenti hanno sempre ragione, però a questo punto viene da chiedersi cosa si può fare se non sperare che le cose cambino ? Nell’ordine: che il presidente si renda conto che la sua popolarità è in calo e che la cambiale in bianco che i tifosi gli riconoscono sta scadendo; che Zaccheroni finalmente si renda conto di non avere giocatori adatti al suo disegno tattico e cominci a pensare a soluzioni più adatte agli uomini a disposizione; che nel frattempo questi ultimi riscoprano (o capiscano) l’essenza dello spirito e dei valori Toro. Uno spirito a cui non appartiene per nulla il coro (civile ma fuori luogo) sentito ieri dalla Maratona nel minuto di silenzio dedicato alla memoria di Filippo Raciti e che scredita una tifoseria fra le più belle e vere d’Italia. Perdere sul campo ci può stare, sugli spalti, così, fa più male.
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Ora tutti sono con le spalle al muro
Tre punti in undici partite. Dopo il primo periodo in cui se ne sono conquistati due in cinque gare, adesso il Toro è riuscito a farne 1 in sei. Sono numeri che fanno venire la pelle d’oca e che dicono...
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