nostro inviato a PadovaAlessandro Salvatico
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Padova-Torino 1-1 Il ritorno di Bianchi
nostro inviato a Padova
Alessandro Salvatico
SECONDO TEMPO. La ripresa comincia sulla falsariga del primo tempo, con una sola, pericolosa variante: la nebbia che, minuto dopo minuto,...
SECONDO TEMPO. La ripresa comincia sulla falsariga del primo tempo, con una sola, pericolosa variante: la nebbia che, minuto dopo minuto, cala fitta sull’Euganeo. Dopo un buon quarto d’ora giocata più a calcio tennis (con lanci lunghi continui da parte dei difensori di entrambe le squadre), arriva la mossa destinata a cambiare il corso della partita. E la fa Calori, inserendo in campo Di Nardo al posto dell’infortunato e affaticato El Sharaawy, passando ad un più offensivo 4-3-3. Il Toro risponde con Gasbarroni, al posto di uno spento (ancora una volta) Belingheri. Ma sono i padroni di casa a cercare di fare la partita, portando palla in avanti e pigiando sull’acceleratore. La difesa del Toro fa , però, buonissima guardia, soprattutto con Rivalta, mossa azzeccata per Lerda che preferisce restare più coperto. È proprio l’ex Atalanta a tirare via le castagne dal fuoco, intervenendo con estrema precisione su un Succi lanciato a rete al 10’. Similmente avverrà al 17’, ma è Ogbonna a recuperare miracolosamente sempre su Succi. Il goal è però nell’aria e arriva qualche minuto dopo. 25’, angolo per il Padova (più volte, anche successivamente, pericoloso su punizione con Vantaggiato). La palla carambola su Legati in area, che tira e spiazza Bassi alla sua destra, sul secondo palo. 1-0 per i patavini. Il Toro, però, non ci sta e torna ad essere quello apprezzato prima di Natale. I cross stentano ad arrivare, ma Garofalo prima, Sgrigna poi, mettono invitanti palloni dalla sinistra per Bianchi, che per poco non centra la porta. Ce la farà dopo, al 31’, con un goal capolavoro, derivato da un recupero di De Feudis, ma fa tutto il bomber. In area stoppa la palla spalle alla porta, palleggia, si gira e con un pallonetto precisissimo batte un incolpevole Cano. Ottava magia per il Capitano granata, che festeggia con un urlo liberatorio dopo il lungo stop. La partita poi torna sui binari cui ci eravamo abituati: grande equilibrio in campo, con tentativi da parte di entrambe le squadre (velleitario il tiro di Succi da fuori al 40’, quasi ad emulare quello di Bianchi). A poco servono i cambi di Stevanovic per Lazarevic e Cuffa per Gallozzi. Al 49’ preciso, Stefanini pone fine alle ostilità. Pareggio giusto, con qualche piccolo passo indietro sul piano del gioco da parte del Toro, ma il decimo risultato utile consecutivo non si discute. Avanti tutta.
PRIMO TEMPO. Primo tempo piuttosto equilibrato, con i giocatori di entrambe le squadre che devono ancora smaltire la pausa natalizia. L’inizio partita, poi, è all’insegna del puro studio tra le squadre, con la palla che stazione spesso in mezzo al campo. È il Toro che tuttavia cerca più l’iniziativa, soprattutto a destra (tranne un frammezzo tra il 15’ e il 25’ a sinistra) con il pimpante Lazarevic: l’esterno corre, scarta e crossa. Imprecisamente, però, per Bianchi al 20’, che manca l’appoggio di testa. Sarà poi sempre il capitano granata a non deviare per un soffio un invitante pallone sempre dal solito Lazarevic, che questa volta crossa bene rasoterra. Siamo al 37’, e un minuto dopo è Sgrigna a scartare due difensori, entrare in area e tirare un bolide che termina alto solo perché sbatte sulla schiena di Crespo. Per il Padova, invece, i rischi sono più a causa di incredibili errori difensivi. Già al 5’, è Di Cesare (ammonito ingiustamente al 28’ da un insufficiente Stefanini) a “bucare” su El Sharaawy,ma Rivalta -buona prova per lui- è attento. Così come rischios(issim)o è il dribbling ai danni di Vantaggiato da parte di Bassi al 21’ su un retropassaggio di Ogbonna, che, escluso questo frangente, è vero leader difensivo. È una di quelle classiche partite in cui chiunque può segnare, con le squadre che si equivalgono e che sono in grado, con un guizzo dei bravi attaccanti, a sparigliare le carte in tavola. Avranno ancora 45’, nel secondo tempo. Il primo termina infatti con 1’ di recupero. Qualche cambio, però, è atteso, oltre che necessario.
(Foto: M. Dreosti)
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