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Partita finita, problemi veri

di Michele Ferrero

Vi devo una spiegazione immediata del termine partita finta. Il Milan non ci ha regalato un punto come molti di noi speravano, ma ci ha dato la...

Redazione Toro News

di Michele Ferrero

"Vi devo una spiegazione immediata del termine partita finta. Il Milan non ci ha regalato un punto come molti di noi speravano, ma ci ha dato la possibilità, camminando a basso ritmo senza mai affondare, di prendercelo. La nostra arrendevolezza, inaccettabile nel primo tempo e parzialmente mitigata nella ripresa dalla voglia di Muzzi, non ce l’ha permesso.

"Emblematico l’episodio al minuto 15 del primo tempo. Pirlo, che ha goduto di una libertà spropositata in ogni momento, entra in area dopo aver saltato Coco quasi senza volerlo: potrebbe farci secchi, ma torna indietro consentendo a Lazetic di rientrare e liberare. E non è stato l’unico caso di questo genere: per tutta la gara loro non hanno mai messo il piede, si sono esibiti in un prolungato e lento possesso palla senza che nessuno dei nostri provasse mai un contrasto per interromperlo. Il tiro da 25 metri di Seedorf, centrale e poco più che innocuo, è stato l’unico. I rossoneri si sono serenamente allenati.

"Ma un problema vero è che diverse altre squadre con noi si sono allenate quest’anno, e senza un Manchester ad attenderle 3 giorni dopo. Mi sarei aspettato dai nostri l’atteggiamento da squadra disperata, che lotta su ogni pallone, che ricorda agli avversari con entrate vigorose, al limite del regolamento e se necessario anche oltre, che mercoledì avevano la partita della vita. La nostra era invece questa, ma nessuno se n’è accorto, quasi fossimo già salvi.

"Il mio osservato speciale di giornata era De Ascentis, schierato al fianco di Ardito con l’intenzione di formare una diga in mezzo al campo, che potesse chiudere ogni spazio e soffocare in pressing i palleggiatori rossoneri. Era teoricamente la partita adatta alle sue caratteristiche.

"Confesso che ero prevenuto nei suoi confronti (non scrivo il motivo perché io mi occupo di calcio, non di altro) ma l’esito della sua prestazione credo abbia deluso anche i suoi più accesi estimatori: De Ascentis non l’ha mai vista, il suo aiuto ad Ardito ed alla squadra èstato assai modesto, anche sul piano della quantità. Ha recuperato solo 3 palloni in 90 minuti, una miseria per un mediano di interdizione soprannominato “cagnaccio”. Ha fatto in tutto 2 falli, dicesi 2, perdendo 8 palloni, 3 dei quali importanti, di quelli che scatenano il contropiede avversario. 13 le sue giocate utili, ma senza un’idea di gioco se non un paio di lanci per Muzzi, che se li è andati a prendere con scatti sfiancanti.

"Non è però coinvolto in prima persona nell’azione del gol: ha scalato giustamente sulla destra perché Ambrosini si era sovrapposto a Favalli, senza però accorgersi del buco centrale che si stava creando alla sua sinistra (sarebbe stato il momento di commettere un bel fallo per fermare l’azione). E’ incredibile come a squadra schierata sia stato possibile dare 15 metri di spazio a uno come Seedorf, difendendo così basso. Ardito si è fatto attirare anche lui dal pallone e Coco dalla parte opposta non ha scalato, disinteressandosi dell’azione. E’ dovuto uscire per disperazione dall’area Franceschini, ma era tardi. Il capolavoro di Abbiati ha fatto il resto.

"Oltre all’errore decisivo se ne sono visti almeno 2 tattici ripetuti ad oltranza: il Toro è sempre indietreggiato con paura, ha sempre difeso troppo basso, appena davanti all’area, col risultato che anche recuperando palla poi aveva davanti 80 metri da percorrere: impossibile rendersi pericoloso con la squadra così lunga.

"Il secondo è l’enorme libertà concessa a Favalli: almeno uno tra Lazetic e Rosina avrebbe dovuto seguirlo: oltre ai cross numerosi si concedeva al Milan un facile scarico del pallone, incoraggiando il loro possesso palla.

"Ma se Pirlo era sempre libero, Seedorf anche, e perfino Favalli, vuol dire che i nostri proprio non c’erano. Brevi e Muzzi lo hanno dimostrato. Le poche occasioni della ripresa (la più nitida l’ha cancellata l’arbitro Messina al 20’ fermando Lazetic solo in area) non bastano per recriminare.

"Chiudo con un accenno sugli attributi: se li invoca la Maratona è giusto, può permetterselo. Se lo fa Cairo davanti ai microfoni assai meno. Lui avrebbe dovuto dare l’esempio con i fatti: per un presidente tirar fuori gli attributi potrebbe voler dire, per esempio, spendere qualche soldo in più. A gennaio i rinforzi erano necessari. Non basta ora spargere il sale.