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Per abbandonare vittimismo ed inimicizie

di Stefano Rosso

 

La partita contro il Crotone - indipendentemente dalle vicende degli ultimissimi giorni - racchiude in sè già una serie di significati molto importanti per il tifoso granata....

Stefano Rosso

di Stefano Rosso

La partita contro il Crotone - indipendentemente dalle vicende degli ultimissimi giorni - racchiude in sè già una serie di significati molto importanti per il tifoso granata. Da un lato la storica 'dipendenza' dall'altra società di Torino, quella bianconera, sia in termini gestionali sia come bacino di prestiti per i giocatori da far maturare, dall'altro la "storica" malasorte che accompagna questa sfida, coi calabresi eletti ad incubo per i Granata che negli si sono sempre e ripetutamente infranti sulle scogliere dello Ionio.

Il tifoso del Toro, però, è passionale, legato alla maglia, al simbolo, al mito e tutto questo legame, alle volte, lo porta a perdere di vista la realtà, immaginandosi un mondo a tinte granata, andando al Fila a festeggiare lo scudetto vinto da un'inedito tridente - altro che quello lerdiano! - Mazzola-Pulici-Casagrande.

La vicenda che in questi giorni ha coinvolto il neoacquisto Denilson Gabionetta, con le polemiche a distanza tra il presidente pitagorico Gualtieri ed il nostro diesse Petrachi, ha risvegliato bruscamente i tifosi da questo paradiso calcistico e li ha proiettati in una realtà che, stagione dopo stagione, si sta allontanando sempre più da quel magnifico sogno collettivo.

Si sono subito accese su internet, nei bar, in giro le discussioni più disparate, tutte rivolte verso il pessimismo cosmico che troppo spesso aleggia sul Toro: "in un momento già siamo pieni di nemici tra i poteri forti, era il caso di farsi altri rivali?" oppure "già non abbiamo amici a Palazzo, adesso ci facciamo pure nuovi nemici?!".

Mi è capitato più volte di intervenire, non soltanto nel corso di questa settimana, in dibattiti del genere ed ancora una volta cercherò di ribadire il mio punto di vista: "il Crotone non ci fa più amico? Pazienza. Il Palazzo è pieno di nemici? Non è vero".

Il pessimismo o le manie di persecuzione non hanno mai portato avanti nessuno: il rapporto con il Crotone - preziosissimo, per carità, per garantere il quieto (con)vivere - non verrà certamente incrinato per una vicenda, già chiusa, di mercato (c'è una sentenza FIFA sul trasferimento di Gabionetta, cosa si può pretendere di più?!) e se succederà, onestamente, considerando i palcoscenici su cui il Toro dovrà andare a giocare ed il blasone della società difficilmente un rapporto idilliaco con la società pitagorica potrà essere considerato imprescindibile.

Tornando 'a Palazzo', invece, il fatto che quest'anno altre squadre abbiano ricevuto 'sviste arbitrali' a proprio favore, mentre il Toro ancora nessuna non significa che "siamo pieni di nemici", che "nessuno ci ascolta" o peggio ancora "che non valiamo niente"; semplicemente vuol dire che stiamo ricevendo un trattamento regolare.

Se nel paese dei ladri tutti rubano, io personalmente sono ben lieto di distinguermi. Se poi arrivo anche a vincere, il sapore del mio successo sarà ancora più delizioso.

Lasciamo da parte paure e vittimismi di ogni genere ed andiamo a Crotone concentrati sull'obiettivo: servono tre punti e tre punti saranno. Accoglienze, sfottò, strette di mano e sorrisi lasciamoli, per un attimo da parte, e ricordiamoci chi siamo e cosa dobbiamo fare: tutto quello che succede fuori dal rettangolo di gioco lasciamolo a chi deve trovare sempre un motivo, una scusa, un pretesto per lamentarsi.

Non riduciamoci come qualcuno di molto vicino che, in memoria dei vecchi tempi, si lamenta per rigori non concessi che "avrebbero cambiato la partita" nonostante la casella 'tiri in porta' sia rimasta a zero per tutti i 90' o che giura e spergiura sulla buonafede di giocatori 'dall'equilibrio precario' nella speranza di perdere squalifica e faccia...

Abbiamo, noi, la maglia granata ed il Toro sul petto mica per altro...

(foto M.Dreosti)