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Per Novellino e per la salvezza

di Alessandro Salvatico

Chiuso il mercato, guardiamo cosa abbiamo in casa. Tre ingredienti nuovi, due invece li abbiamo dati via; cerchiamo di capire se possiamo fare delle ricette diverse da quelle che facevamo prima.

Redazione Toro News

di Alessandro Salvatico

Chiuso il mercato, guardiamo cosa abbiamo in casa. Tre ingredienti nuovi, due invece li abbiamo dati via; cerchiamo di capire se possiamo fare delle ricette diverse da quelle che facevamo prima.Probabilmente sì, possiamo. Questa è stato un mercato per Novellino. Il tecnico granata, lo sappiamo, vive per un modulo, ma per farlo aveva soltanto nove undicesimi di ciò che gli serviva: gli mancavano due laterali, uno destro e uno mancino, uno dietro e uno davanti. Presi. Quando è arrivato, ha riscontrato grandi difficoltà in difesa, dove fioccavano gol a grappoli: ha chiesto un elemento che togliesse un po' di lentezza. Preso.

Con questo, il Torino ha dunque fatto un calciomercato da sballo? Certo che no. Le impressioni dei tifosi che ci giungono in redazione sono molto diverse. C'è chi è moderatamente soddisfatto, specie per l'acquisto di valore (quello di Gasbarroni) chiuso ieri, e chi è ampiamente scontento. Nessuno si dichiara entusiasta, questo no; ma non potrebbe essere diversamente (anche perchè siamo a Gennaio, nessuno si è mai entusiasmato a Gennaio -anzi, Febbraio), i colpi che entusiasmano sono quelli di nome, normalmente attaccanti; un colpo alla Bianchi qualche mese fa, per intenderci.

Ma Novellino non voleva altri attaccanti. Anzi, ha dato il via libera alla cessione di Amoruso, ritenendosi più che coperto con quelli che ci sono.Nessun colpo ad effetto, dunque; e in effetti, chi ne ha fatti, di grandi botti? Si dirà che molte squadre non avevano bisogno di grandi rinforzi, perchè stanno facendo un buon cammino in campionato: ci sta che l'Atalanta non acquisti nessuno, e così il Genoa (per quanto con un organico sottodimensionato), il Milan o la Fiorentina, per dire. E infatti non hanno fatto niente, giustamente. Ma chi invece ha bisogno?

Prendiamo il Chievo, ad esempio, a pari punti con il Toro in classifica, ma con una squadra decisamente inferiore in quanto a valore globale. I veronesi hanno fatto, anche loro, tre acquisti, uno per settore: per trovare la salvezza punteranno su Sardo, Colucci e Makinwa. Mmh. Vediamo allora il Lecce: qui gli acquisti sono ben quattro. Già: Papa Waigo, Edinho, Ortega e Papasthatopoulos. Quattro attaccanti per i salentini (anzi, tre e mezzo), che dovevano chiudere la cessione di Cacia al Piacenza. Ma non ce l'hanno fatta, guarda un po': e ora si trovano con un reparto sovraffollato, con elementi di dubbia qualità. Perchè a Gennaio non è così facile vendere.

Beh, avrà fatto di meglio la Reggina, fanalino di coda e disperata: come no. Kras + Krajcik. La svolta.E squadre non in zona B, ma comunque sotto gli obiettivi, non hanno fatto nulla (come l'Udinese o la Lazio), o poco e male (come la Sampdoria, Pazzini a parte). L'unica ad essersi rinforzata davvero pare essere il Bologna, per quanto sia ancora da vedere se Cesar e Osvaldo potranno essere decisivi, e per quanto inoltre i rossoblù fossero i più bisognosi di innesti di qualità.

Il mercato del Torino, inserito in un simile contesto, assume dunque altri contorni. Paragonarsi agli altri, in questo caso, è giusto e doveroso, perchè il contesto in cui le società si muovono è il medesimo, e non si può non tenerne conto: e tale contesto è una sessione di trattative, questa di Gennaio appunto, ostica e complessa, che non piace a nessuno, dove molti club decidono di non muoversi, e pertanto è difficile intavolare tanto acquisti quanto cessioni: se non c'è controparte interessata, l'affare non si fa. Di cosa aveva bisogno, il Torino? Di due laterali che sono arrivati, di un centrale rapido che è arrivato. O no?Mister Novellino si era pronunciato anche in favore dell'arrivo di un regista (trovando la risposta perplessa della tifoseria: "Non va bene Dzemaili?"), ma tale richiesta non è stata soddisfatta dalla società. Per il resto, i tasselli sono giusti, e soprattutto non dimentichiamo che le squadre si fanno in Estate, la base di quella che dovrà portare il Toro alla salvezza è quella costruita tra Luglio e Agosto con Pederzoli. Ci sono nuovi tasselli utili, ora. Rivalta, Dellafiore, Gasbarroni, per un obiettivo che, non vorrei davvero lo si dimenticasse, è la permanenza in Serie A, non la qualificazione per l'Europa.